Titolo: Moka
Regia: Frederic Mermoud
Anno: 2016
Paese: Francia
Giudizio: 3/5
Diane Kramer ha un'unica ossessione:
trovare il conducente della Mercedes color moka che ha investito suo
figlio e devastato la sua vita. Con una valigia, pochi soldi e una
pistola, si trasferisce a Evian, dove scopre vivere il conducente
dell'auto. Ma a volte, la strada della vendetta è molto più
tortuosa di quello che sembra... Diane si troverà a fronteggiare
un'altra donna, affascinante e misteriosa.
Per mio figlio è un revenge-movie
atipico e con una struttura che fa lentamente emergere il disegno
insolito che sta dietro questa farsa e questa recita con cui la
protagonista crea e distrugge una falsa identità. Mermoud disegna
lentamente senza troppi dialoghi soprattutto all'inizio, un dramma
che si dipana tra la Francia e la Svizzera in alcune meravigliose
location tra Parigi e Losanna che adempiono alla loro funzione di
cercare di mettere sempre tutto in ordine quando invece la nostra
mente, o meglio quella di Diane, è un groviglio in cui non sembra
riuscire a prendere una scelta iniziando un percorso che la porta ad
attimi di non-sense, paure e angosce e maschere che la nostra
eroina non ha mai avuto e conosciuto e la timidezza nonchè
l'inesperienza in queste faccende diventa l'arma a doppio taglio del
film tra momenti suoi di inarrestabile ascesa e attimi di puro caso
che la devastano.
L'elaborazione del lutto che diventa
ossessione per un tema che soprattutto negli ultimi anni sta
riscuotendo un certo interesse muovendosi tra thriller, poliziesco,
noir dramma e horror.
Mermoud sceglie una narrazione e un
punto di vista rigoroso con uno sviluppo naturale che accresce la sua
morbosità e cerca di inquadrare quanto può essere dolorosa la morte
di un figlio senza conoscerne i carnefici e soprattutto arrivando ad
un climax finale disturbante ma in fondo abbastanza scontato. La
disperata ricerca della verità e della giustizia della protagonista
rivela trappole, paure e un'impossibilità di fondo che la rende
impotente e sterile arrivando a comprendere quanto la vendetta
risulti impossibile a volte e soprattutto inutile per cercare di
tornare ad avere una vita "normale"..
Quello che ad un certo punto lo
spettatore si chiede e questo: Diane capirà che tutto quello che sta
facendo non ha nessun senso ma rischia di catapultarla in un orrore
ancor maggiore?
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