Titolo: Trainspotting 2
Regia: Danny Boyle
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5
A vent'anni esatti dalla sua
rocambolesca fuga dalla Scozia con sedicimila sterline nella borsa,
Mark Renton si ripresenta a Edinburgo e al cospetto dei vecchi amici,
Simon "Sick Boy" e Daniel "Spud". Anche "Franco"
Begbie, intanto, è evaso di prigione e non vede l'ora di ammazzarlo
a mani nude. Renton li ha traditi, si è rifatto una vita, fuori
dalla droga e dentro un progetto borghese, ma quella vita si è già
sgretolata, mentre l'amicizia dei compagni di siringa dimostra,
nonostante tutto, di aver tenuto bene. Molto è cambiato e molto è
rimasto lo stes
T2 è il tipico esempio di sequel che
nessuno vuole e aspetta ma che alla fine andranno a vedere quasi
tutti. Il perchè è semplice: il primo è diventato un cult per
un'intera generazione, forse due, e alcune formule vincenti almento
commercialmente, vanno ripetute per portare liquidità a chi ne ha
già molta. C'è da dire che Boyle non se la stava passando male così
come McGregor che ha provato assieme al collega Carlyle a mettersi
alla prova come registi. Sugli altri c'è poco da dire se non che la
fama l'hanno raggiunta solo con il film del '96.
Il film è abbastanza lungo descrivendo
tanti piccoli microcosmi e cercando di dare un pò di dignità ai
dialoghi. Per il resto l'elemento migliore è che nessuno è cambiato
e Renton (McGregor ha di recente ammesso in un'intervista che il film
di Boyle è stato il ruolo più interessante della sua carriera) che
dovrebbe essere il filo conduttore per tutte le storie (una sorta di
leader carismatico) è forse il peggiore di tutti riportando la
compagnia a non potersi di nuovo fidare di lui e a far vedere come un
viaggio di nozze iniziato nel '96 è diventata una squallida
pensioncina nel 2017.
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