Titolo: Questione di Karma
Regia: Edoardo Falcone
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Giacomo è lo stravagante erede di una
dinastia di industriali, ma più che interessarsi all'azienda,
preferisce occuparsi delle sue mille passioni. La sua vita è stata
segnata dalla scomparsa del padre quando era molto piccolo.
L'incontro con un eccentrico esoterista francese gli cambia la vita:
lo studioso infatti afferma di aver individuato l'attuale
reincarnazione del padre di Giacomo. Trattasi di tal Mario Pitagora,
un uomo tutt'altro che spirituale, interessato solo ai soldi e
indebitato con mezza città. Questo incontro apparentemente assurdo
cambierà la vita di entrambi.
Questione di Karma è un film che
mischiando filosofia orientale e toni da commedia all'italiana crea
un'impianto insopportabile con due personaggi odiosi e tremendamente
fuori dal comune, almeno per quanto riguarda il personaggio di De
Luigi, Giacomo, che in una scena topica si scopre parlare anche il
giapponese fluentemente. Mario interpretato da un Germano scazzato
all'inverosimile sembra invece il tipico burino romano che non fa
altro che sottolineare lo stereotipo del farabutto con un grande
cuore...
Questione di Karma è un mix tra
Felicità
è un sistema complesso e
UNO STRANO CASO in cui c'è il tema della reincarnazione e una sorta
di guru interpretato da Philippe Leroy che alla fine rivela al nostro
protagonista che la cosa più importante nella vita e l'arrosto di
maiale con le patate.
Tutto purtroppo è prevedibile e
patinato e Falcone non fa nulla per cercare di fare in modo che il
film debba andare proprio nella direzione più scontata con un finale
a lieto fine che sembra uscire dalle pubblicità della mulino bianco.
Gli attori pur provando a mettercela
tutta per fare in modo che riesca ad essere credibile anche una
situazione paradossale, non riescono mai a trovare loro come chi ha
scritto il film, quell'impianto nei dialoghi che alla fine riesce ad
essere matura finendo per fare ridere poco e non sembra prendersi mai
sul serio cercando per tutta la durata un equilibrio macchinoso.
Alcuni stereotipi poi li ho trovati
abbastanza banalotti e poco convincenti come la rampolla di famiglia
che oltre ad essere un arrampicatrice sociale e per forza lesbica,
che il matto alla fine è sempre il genio e che tutte le famiglie
aristocratiche puntando a risparmiare i soldi senza mai provare il
piacere di spenderli.
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