Titolo: Omicidio all'italiana
Regia: Maccio Capatonda
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Uno strano omicidio sconvolge la vita
sempre uguale di Acitrullo, sperduta località dell'entroterra
abruzzese. Quale occasione migliore per il sindaco e il suo vice per
far uscire dall'anonimato il paesino? Oltre alle forze dell'ordine
infatti, accorrerà sul posto una troupe del famigerato programma
televisivo "Chi l'acciso?", condotto da Donatella
Spruzzone. Grazie alla trasmissione e all'astuzia del sindaco,
Acitrullo diventerà in men che non si dica famosa come e ancor più
di Cogne! Ma sarà un efferato crimine o un... omicidio a luci
grosse??
Secondo film per Marcello Macchia dopo
Italiano
Medio e la serie
Mariottide-Season
1
direttamente su Infinity.
A differenza del primo film qui
troviamo un lavoro di scrittura molto più complesso e sofisticato
avendo al suo interno intenti da thriller e da indagine poliziesca
ovviamente con tutti i suoi sotto riferimenti ironici e grotteschi ma
che almeno portano elementi nuovi e la capacità e lo sforzo di
provare a mettersi in gioco anche in un giallo.
Senza avere ancora quella forza e
quella maturità che potranno dargli la possibilità di fare qualcosa
di più maturo anche se di comicità e demenzialità si parla (dal
momento che sono diventati i punti di forza dell'attore/regista) in
questo suo secondo film, non per il cast che alla fine pur avendo
qualche star in più non aggiunge da quel senso lì forza e spessore
sui personaggi, bensì proprio per quella critica mass mediatica che
l'autore già dai suoi trailer in passato a sempre cercato di
sottolineare buttandola sulla risata ma lasciando comunque che la
critica faccia il suo effetto.
"Chi l'ha acciso" diventa il
punto di riferimento per una metafora sulla morale e il perbenismo
dell'italiano medio e allo stesso tempo la mancanza totale assenza di
morale che riesce in alcuni casi a dare ancora più spessore alla
comicità demenziale.
L'unico dubbio per questo personaggio
di spettacolo è che lui come la sua squadra, rischiano di rimanere
intrappolati e schiavi di un sistema e di una produzione che lui per
primo cercava di cambiare ma che quando gli ha messo di fronte
contratto e limiti, il nostro Macchia non ha più potuto fare la sua
scelta.
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