Titolo: iboy
Regia: Adam Randall
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5
La storia di Tom, un adolescente il cui
mondo viene capovolto da un violento incontro con dei delinquenti
locali, durante il quale viene colpito da un iPhone, i cui frammenti
s'integrano nel suo cervello. Tom conosce, vede, e può fare più di
quello che potrebbe fare qualsiasi ragazzo. Con i suoi nuovi poteri
si propone di vendicarsi della banda che ha aggredito Lucy, la
ragazza che ama.
E se la tua realtà subisse un upgrade?
iboy è la risposta girata in fretta e furia dalla Netflix, che cerca
di mettere assieme giovani, nuove tendenze e tecnologie, una sorta di
analisi che prendendo spunto dalla serie di BLACK MIRROR punta sui
digital natives e il loro impatto coi media.
Il protagonista è un ragazzino con i
poteri e il ritmo del film in alcuni momenti sembra voler ricordare
quella dimensione ludica da comics contaminata con venature
intelletuali sci-fi.
L'idea di partenza partendo proprio
dagli spunti interessanti sul protagonista è buona.
Il problema è che viene sviluppata nel
modo meno originale possibile.
Il risultato è un film che non è
brutto ma sa di qualcosa di vago, inutile e poco sofisticato senza
dimostrare di avere nessun guizzo intuitivo e ancor peggio nella
narrazione che dal secondo atto si arrotola su se stesso senza dare
continuità e regalare colpi di scena come nell'incidente scatenante.
Sembra proprio che la Netflix abbia
bisogno di spendere più soldi e risorse possibili anche quando il
film non è pronto così come la trama e il casting. Non lo dico per
sentore ma perchè è la realtà che ci sta invadendo con prodotti
che sembrano blockbuster in alcuni casi venuti pure peggio, mentre
dall'altra parte ci sono titoli interessanti ma troppo "fracassoni".
Iboy è un altro specchio per le allodole che promette tanto e
mantiene poco senza riuscire ad approfondire tematiche distopiche.
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