Titolo: Frankenstein
Regia: Bernard Rose
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 1/5
Ambientato nella Los Angeles dei giorni
nostri - il film è raccontato interamente dal punto di vista del
mostro. Dopo essere stato creato artificialmente e essere stato
abbandonato al suo destino da una coppia di eccentrici coniugi
scienziati, Adam - questo è il suo nome - viene aggredito e diventa
oggetto di violenza da parte del mondo che lo circonda. Questa
creatura inizialmente perfetta, diventata in poco tempo mostro
sfigurato, si trova presto a dover fare i conti con il lato più
brutto dell'essere umano.
Sinceramente non riesco a capire il
motivo di mettere in scena così tanta inusitata violenza e
sofferenza. Questa ennesima rappresentazione della creatura di
Shelley oltre ad essere post contemporanea e iper moderna (che
potevano essere elementi interessanti da riscoprire) crea un contorno
di fatto costituito da umiliazioni e vessazioni per l'intero arco del
film.
La realtà per Adam è solo violenza e
sopraffazione usato come cavia e come mostro.
Ricorda per alcuni aspetti l'opera
bizzarra e malata 964
Pinocchio di Shozin Fukui.
Mi ha colpito non solo la linea
d'intenti limitata e volta solo ad inquadrare l'incubo in cui viene
gettato Adam, ma non riesco proprio a cogliere il senso e il perchè
di questa operazione che tra l'altro a parte essere di una violenza
spesso gratuita, non lascia proprio spazio alla speranza e alla
redenzione portando Adam ad una sola e unica scelta.
Ci sono pochi personaggi che
"empatizzano" con il mostro restituendogli da un lato
l'affettività che non ha mai avuto e dall'altra rendendolo una
maschera di sangue e tumori, una cavia perfetta per i loro
esperimenti.
Come tutti i giocattoli fabbricati
velocemente e senza coglierne la logica scientifica che si
sostituisce a quella divina, Rose che non è solo regista ma anche
montatore e tutto il resto, ha provato un esperimento secondo me
troppo autodistruttivo e pesante, trovando l'unica possibile rimedio
medico per un esperimento ovvero scaricarlo in quanto imperfetto in
mezzo ad una società che non può far altro che condannarlo.
Inoltre l'errore più grosso che Rose
commette è quello di raccontare in prima persona dal punto di vista
del mostro gli eventi e quant'altro, rendendolo una specie di
intellettuale che mastica frasi apprese chissà dove. Quando poi lo
conosciamo invece è l'esatto opposto, un automa senza la minima
capacità di mentalizzare o avere una struttura del pensiero.
Nessun commento:
Posta un commento