Titolo: Don't Feel at Home in This
World Anymore
Regia: Macon Blair
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Ruth un assistente sociale depressa,
torna dal lavoro e trova la casa svaligiata, all'appello mancano
l'argenteria e il computer portatile. Persa fiducia nella polizia (e
forse nell'umanità intera), Ruth inizia a indagare da sola, unendo
le forze con il suo vicino di casa squilibrato e il suo cane Tony.
Dopo aver localizzato il computer portatile, i due risalgono a un
negozio di spedizioni, arrivando a sgominare una banda di criminali
degenerati e pericolosi che popola un bizzarro mondo sotterraneo da
dove non sembra esserci via d'uscita.
Macon Blair per chi non lo conoscesse è un attore poliedrico che ha regalato alcune ottime performance in Blue Ruin e Green Room.
E'difficile classificare quest'ultimo
film della Netflix che sembra ricordare così tante cose e allo
stesso tempo nessuna, una sorta di commedia nera con sprazzi di
revenge movie dalle tonalità pulp weird e un black humor efficace.
Con l'andare avanti il film però prende una piega diversa come
d'altronde capita per i film di Saulnier di cui appunto Blair è la
musa ispiratrice.
Al di là delle interpretazioni che non
esondano mai pur rimanendo al limite dell'assurdo il film ci mostra
due nuovi anti eroi spassosissimi come Ruth e Toni interpretati da
una convincente Melanie Lynskey e un ritrovato Elijah Wood, i quali
giocano sull'auto ironia (soprattutto il secondo) riuscendo a creare
un personaggio di contorno funzionale allo scopo, creando una
coppia di protagonisti bizzarra e completamente diversa.
Questa scheggia impazzita tratta tanti
temi della nostra sempre più complessa normalità rappresentando una
riflessione proprio sulla società contemporanea americana come ad
esempio passare ai fatti prima di anteporre un dialogo, dare per
scontato le cose, un egoismo che incancrenisce giorno dopo giorno la
civiltà, il malessere generale degli americani e via dicendo. Sembra
partire da un'unica certezza per poi farla esplodere a suon di
violenza e sparatorie.
Il mondo è folle, lo è sempre stato e
chiunque abbia un barlume di sensibilità e empatia rischia di essere
sepolto senza troppi convenevoli. Quindi è ora che coloro che
mantenevano una sorta di calma apparente deflagrino senza farsi
troppi sensi di colpa e in tutto questo spesso e volentieri il cinema
indipendente si presta ad hoc.
Nessun commento:
Posta un commento