Titolo: Falchi
Regia: Toni D'angelo
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Peppe e Francesco sono due Falchi,
ovvero due poliziotti della sezione speciale della Squadra mobile di
Napoli: girano per i vicoli della città in moto e in borghese, dando
la caccia alla piccola e grande criminalità che comprende non solo
la tradizionale camorra, ma anche le nuove mafie di importazione,
come quella cinese. I Falchi sono "nati per difendere e
combattere", come i cani che Peppe fa addestrare proprio agli
esponenti della malavita cinese che gestisce gli incontri clandestini
fra molossi. Ma sono anche uomini fallibili e talvolta sbagliano di
grosso, come è successo a Francesco in uno scontro a fuoco che gli è
costato la sospensione temporanea dal servizio. Ad aver sbagliato è
anche Marino, il capo della Squadra mobile, almeno secondo la
testimonianza di un pentito. Ed è dalla vicenda di Marino, come dal
presagio di una pizia greca, che prende le mosse la storia di Peppe e
Francesco, fratelli di strada l'uno impegnato a distinguere il giusto
dall'ingiusto in un mondo in cui quel confine diventa sempre più
labile, l'altro in cerca di conforto per il proprio senso di colpa,
tanto dall'assunzione di droghe quanto dalla frequentazione di un
bordello cinese
L'ultimo film del figlio di Nino
D'angelo cerca di fare i conti con la tradizione del cinema di genere
senza avere quel polso o intenti tali da renderlo un film
interessante. Falchi non aggiunge niente di nuovo. Sembra di vedere
un episodio di GOMORRA con meno attori. Il quinto film del regista è
un disastro perchè nella sua idea astuta e interessante di fondo,
non riesce ad emergere mostrando i soliti stereotipi e
fossilizzandosi in una guerra tra poliziotti corrotti, criminalità e
affari sporchi con la comunità cinese. Il punto è che tutti questi
ingredienti non riescono ad essere dosati come qualcun'altro avrebbe
fatto restituendo per di più una serie di colpi di scena davvero
imbarazzanti per non parlare di inutili stratagemmi per arrampicarsi
sui vetri come le lotte clandestine tra cani o il senso di colpa di
Francesco in un flash back che viene ripetuto così tante volte da
dare la noia.
E'un peccato perchè Falchi vola alto,
mettendo in primo piano due attori tosti che ultimamente stanno
recitando molto come Cerlino e Riondino e aggiungerei anche Del Bono
(tra l'altro proprio questi due hanno recitato assieme nel recente
Ragazza
del mondo).
Il film di D'angelo è tesissimo, forse
troppo, come se dovesse spezzarsi da un momento all'altro cercando di
guardare agli asiatici ma facendo proprio quello che non andava fatto
ovvero infilando clichè a gogò e caratterizzando malissimo i suoi
personaggi. Alla fine il film pretende di essere un film di genere,
senza averne affatto la stoffa.
Dal punto di vista tecnico invece è
una bella sorpresa. Il budget è alto e così Toni può permettersi
una interessante fotografia, una messa in scena patinatissima, un
buon lavoro con le comparse, senza però riuscire nemmeno ad essere
convincente proprio nel cuore dell'azione dove assistiamo a
sparatorie e rese dei conti. Un altro esperimento fallito che
travestendosi da poliziesco e noir e scegliendo temi universali come
l'amicizia, l'amore e il tradimento, senza far mancare il tema della
corruzione soprattutto nei reparti delle forze dell'ordine, non va
oltre una sofferta mediocrità.
La sparatoria finale ricorda un
famosissimo hard-boiled di Johhnie To ed è tra le cose in assoluto
migliori del film.
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