Titolo: Great Wall
Regia: Zhang Yimou
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
William e Tovar sono due mercenari
europei, in Cina con una missione: recuperare un po' della
fantomatica "polvere nera", antenata della polvere da
sparo, e portarla in Occidente. I due sopravvivono all'assalto di una
creatura sconosciuta di colore verde, di cui conservano un arto
reciso. Catturati dalle truppe d'élite dell'esercito cinese,
finiscono per combattere al loro fianco contro i mostri verdi,
denominati Taotie, che ogni 60 anni minacciano il mondo degli uomini.
La Grande Muraglia è stata eretta proprio per cercare di fermarli,
con ogni mezzo.
The Great Wall ha diverse analogie con
la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino del 2008. Anche
in quel contesto le coreografie non si contavano e le scenografie da
sole erano di rara e intensa bellezza. In quel caso però tutto aveva
qualcosa di magico e di vero, di intenso e significativo, reale quasi
tangibile.
Great Wall è uno dei peggiori
blockbuster mai girati. Ormai alcuni grandi registi accettano
marchette tali da non riconoscerli più per il disinteresse verso la
settima arte.
Great Wall è il primo film cinese con
un protagonista americano, girato in lingua inglese ma da un regista
cinese, con un budget a dir poco stratosferico, che va oltre i 135
milioni di dollari.
Al di là dei pareri e della critica e
dei media che hanno iniziato a parlare di questo film mesi e mesi fa,
il problema più grosso è proprio la storia banalotta e piena si
stereotipi che non è certamente scritta da un orientale con dei
mostri, gli antagonisti del film, davvero senz'anima e privi di
qualsiasi caratterizzazione che possa renderli una vera minaccia o
qualcosa che anche solo per un attimo dovrebbe incutere paura come al
tempo potevano esserlo i mongoli.
La scena più bella rimane quella
d'azione in cui alcune donne acrobatiche si lanciano modi bunjee
jumping per uccidere i mostri dalla muraglia sacrificandosi così per
l'amore della patria come tutti i comunisti di allora ritenevano
onore.
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