domenica 26 febbraio 2017

Parada

Titolo: Parada
Regia: Marco Pontecorvo
Anno: 2008
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Un clown francese di origine algerina, orfano di padre e nomade di indole, decide di dedicare la propria esistenza al recupero dei "boskettari", i bambini rumeni che dormono in giacigli improvvisati all'interno della rete fognaria. Con il suo volontarismo idealista, si mette contro la polizia e la mafia locale, cui rischia di sottrarre la manovalanza.

Miloud Oukili, un clown di strada di origine franco-algerina arrivò in Romania nel 1992, tre anni dopo la fine della dittatura di Ceausescu, trovandosi di fronte ad una situazione davvero spiacevole: quella dei bambini dei tombini che, abbandonati da tutto e da tutti, si riunirono in condizioni estremamente disagiate nella rete dei canali. Duramente colpito dal loro modus vivendi, paragonabile a quello degli animali, Miloud, pur osteggiato dalla polizia rumena aiutato in minima parte da alcuni assistenti sociali, fece di tutto per aiutarli, insegnando loro l’arte circense e successivamente allestendo veri e propri spettacoli che ancora oggi porta in giro per l’Europa.
Parada è un importante film che tratta tematiche sociali come il disagio minorile, la fiducia, l'amicizia, il senso di appartenenza e tanto altro ancora.
Il figlio del noto regista segue i suoi piccoli boschettari, una realtà poco conosciuta nel cinema, cercando attraverso gli occhi di Miloud di trovare speranza e redenzione.
E'un film che per forza di cose tocca le corde dell'anima, grida tutta la sua disperazione, denuncia la corruzione accettata e voluta in Romania parlando anche di prostituzione infantile, di corpi straziati, di questi piccoli angeli deformati dalla droga e costretti a vivere di stenti rischiando la morte tutti i giorni e sfuggendo dalle mani di chi riesce a venderli come oggetti, come nella scena in cui la bimba scappa dall'orfanotrofio e viene trovata morta stuprata con le ossa rotte (viene detto e non mostrato).
E'un film che dice tante cose ma per fortuna a livello di violenza evita di mostrare le atrocità pur insistendo molto sulle location in cui la gente preferisce tacere, sui volti sporchi e le regole di sopravvivenza da mantenere sempre con il sacchetto di vernice alla bocca.
Allo stesso tempo l'opera di Pontecorvo è una denuncia da parte dello stesso Occidente che si meraviglia quando si sposta di poco nei paesi dell'Est scoprendo un orrore che non sembrava possibile. Nel mirino ci sono tutti: dall'opportunismo delle istituzioni, all'ambasciata francese, le stesse forze dell'ordine e le Ong che pensano solo ai propri interessi. Forse l'unica debolezza che si può muovere al film è nella sceneggiatura scritta a quattro mani con Roberto Tiraboschi in cui seppur viene raccontata una storia vera e profonda, lascia quell'amaro in bocca di chi in fondo ha seguito una linearità tematica coerente ma allo stesso tempo senza colpi di scena, in cui tutto va come deve andare senza sorprese.
Miloud ad un certo punto quando si trova quasi tutti contro ha l'idea che provocherà il più grosso cambiamento della sua vita. Stufo delle Ong e delle istituzioni decide di creare un'associazione tutta sua. In questo modo potrà girare con i ragazzi costruendo palchi in giro per il mondo e vivendo di rendita con gli spettacoli. Un'idea semplice ma che mostra l'immediata coerenza degli intenti del clown e della sua forza nel cercare di creare un cambiamento.
Miloud è rimasto 12 anni a Bucarest.





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