Titolo: Parada
Regia: Marco Pontecorvo
Anno: 2008
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Un clown francese di origine algerina,
orfano di padre e nomade di indole, decide di dedicare la propria
esistenza al recupero dei "boskettari", i bambini rumeni
che dormono in giacigli improvvisati all'interno della rete fognaria.
Con il suo volontarismo idealista, si mette contro la polizia e la
mafia locale, cui rischia di sottrarre la manovalanza.
Miloud Oukili, un clown di strada di
origine franco-algerina arrivò in Romania nel 1992, tre anni dopo la
fine della dittatura di Ceausescu, trovandosi di fronte ad una
situazione davvero spiacevole: quella dei bambini dei tombini che,
abbandonati da tutto e da tutti, si riunirono in condizioni
estremamente disagiate nella rete dei canali. Duramente colpito dal
loro modus vivendi, paragonabile a quello degli animali, Miloud, pur
osteggiato dalla polizia rumena aiutato in minima parte da alcuni
assistenti sociali, fece di tutto per aiutarli, insegnando loro
l’arte circense e successivamente allestendo veri e propri
spettacoli che ancora oggi porta in giro per l’Europa.
Parada è un importante film che tratta
tematiche sociali come il disagio minorile, la fiducia, l'amicizia,
il senso di appartenenza e tanto altro ancora.
Il figlio del noto regista segue i suoi
piccoli boschettari, una realtà poco conosciuta nel cinema, cercando
attraverso gli occhi di Miloud di trovare speranza e redenzione.
E'un film che per forza di cose tocca
le corde dell'anima, grida tutta la sua disperazione, denuncia la
corruzione accettata e voluta in Romania parlando anche di
prostituzione infantile, di corpi straziati, di questi piccoli angeli
deformati dalla droga e costretti a vivere di stenti rischiando la
morte tutti i giorni e sfuggendo dalle mani di chi riesce a venderli
come oggetti, come nella scena in cui la bimba scappa
dall'orfanotrofio e viene trovata morta stuprata con le ossa rotte
(viene detto e non mostrato).
E'un film che dice tante cose ma per
fortuna a livello di violenza evita di mostrare le atrocità pur
insistendo molto sulle location in cui la gente preferisce tacere,
sui volti sporchi e le regole di sopravvivenza da mantenere sempre
con il sacchetto di vernice alla bocca.
Allo stesso tempo l'opera di Pontecorvo
è una denuncia da parte dello stesso Occidente che si meraviglia
quando si sposta di poco nei paesi dell'Est scoprendo un orrore che
non sembrava possibile. Nel mirino ci sono tutti: dall'opportunismo
delle istituzioni, all'ambasciata francese, le stesse forze
dell'ordine e le Ong che pensano solo ai propri interessi. Forse
l'unica debolezza che si può muovere al film è nella sceneggiatura
scritta a quattro mani con Roberto Tiraboschi in cui seppur viene
raccontata una storia vera e profonda, lascia quell'amaro in bocca di
chi in fondo ha seguito una linearità tematica coerente ma allo
stesso tempo senza colpi di scena, in cui tutto va come deve andare
senza sorprese.
Miloud ad un certo punto quando si
trova quasi tutti contro ha l'idea che provocherà il più grosso
cambiamento della sua vita. Stufo delle Ong e delle istituzioni
decide di creare un'associazione tutta sua. In questo modo potrà
girare con i ragazzi costruendo palchi in giro per il mondo e vivendo
di rendita con gli spettacoli. Un'idea semplice ma che mostra
l'immediata coerenza degli intenti del clown e della sua forza nel
cercare di creare un cambiamento.
Miloud è rimasto 12 anni a Bucarest.
Nessun commento:
Posta un commento