giovedì 23 febbraio 2017

Moonwalkers

Titolo: Moonwalkers
Regia: Antoine Bardou-Jacquet
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

1969: il governo americano ha bisogno delle riprese di un falso allunaggio per battere sul tempo i russi e manda a Londra un agente della CIA traumatizzato dal Vietnam perché convinca Kubrick a girarlo. Ma si mette in mezzo lo spiantato manager di un gruppo rock, e finiscono per ingaggiare un auteur sperimentale.

Un film furbetto e divertente. Una dissacrante commedia che cerca a suo modo di creare una sorta di parodia e ironizzare sui complotti in questo caso su uno di quelli di cui si è più parlato e della rivisitazione folle, drogata, esilarante, yippie e pulp dello storico allunaggio dell'Apollo 11.
Sono davvero tante le teorie sull’allunaggio da parte del governo americano, c’è chi sostiene che negli anni ’60 non sia assolutamente avvenuto nulla e che sia stata tutta una montatura a livello socio politico nel momento più caldo della Guerra Fredda e c’è invece chi sostiene che il governo americano sia veramente riuscito a compiere quel famoso piccolo passo per l’uomo, ma grande passo per l’umanità.
Qui c'è il Nathan di MISFTIS che dovrà interpretare niente poco di meno che sir"Stanley Kubrick", Ron Perlman che da solo salva tutto il film dal momento che il resto del cast è abbastanza sopra le righe e i risultati non sempre sono soddisfacenti. Si ride ma non poi così tanto.
Perchè al di là del complotto, c'è una band che suona concerti, una lotta tra gang inglesi e americane, travestimenti e inseguimenti, sparatorie, risse, discoteche, il tutto condito da uno stile dinamico e frizzante, la parodia sulla nota “teoria del complotto” con citazioni kubrickiane e tanta ironia dal gusto british/vintage.
Alla fine al regista non interessa concentrarsi sulla verità oppure no. Cerca semplicemente di far ridere e dare vita ad una pellicola con un ritmo potentissimo, sgargiante di colori ma che alla fine sembra un trip andato male e conoscendo Jacquet posso dire che il suo precedente FUNERAL PARTY era tutt'altra cosa.




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