Titolo: Into the Inferno
Regia: Werner Herzog
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 5/5
Werner Herzog per i vulcani,
cinematograficamente parlando, risale al documentario "La
Soufriére" del lontano 1977, e non è mai diminuita. Into the
inferno è una summa delle sue varie riprese attraverso il mondo -
dall'Australia all'Indonesia, dalla Corea del Nord all'Islanda - alla
ricerca dei vulcani più impressionanti del mondo, raccontati non
solo nella loro valenza scientifica, ma soprattutto nella loro
dimensione magica, e nella loro straordinaria capacità di informare
la visione del mondo delle comunità circostanti.
“Si tratta della cosiddetta
catastrofe di Toba, l’esplosione di un supervulcano indonesiano
avvenuta tra 70 e 80mila anni fa. Fu un evento davvero catastrofico,
probabilmente il più potente degli ultimi 500mila anni, di cui è
testimonianza diretta un enorme cratere di oltre 100 chilometri di
diametro, visibile dallo Spazio, e i sedimenti di polvere e pomice
con la stessa datazione rinvenuti in India e persino in Africa
orientale. Le conseguenze dell’eruzione non sono state accertate
con sicurezza: secondo alcuni, l’evento fu così forte da spazzare
via quasi del tutto la specie umana, lasciando in vita solo poche
centinaia di persone.
“Comunque siano andate le cose, la
nostra specie è ancora qui, ancora viva, il che la dice lunga sulla
resilienza dell’essere umano e sulla nostra estrema adattabilità.
Per quanto riguarda il futuro, è ipotizzabile pensare che un evento
del genere, prima o poi, si ripeta. Naturalmente, la probabilità è
molto bassa. Ed è difficile stimare quando succederà – potrebbero
passare altri 100mila anni – e quali sono le zone vulcaniche che
più probabilmente ne saranno coinvolte”. Oppenheimer
Clive Oppenheimer che però non c'entra
nulla con il regista di ACT OF KILLING, è il narratore di questa
nuova avventura del famoso e poliedrico artista tedesco.
Sono anni ormai che ringrazio Werner
per darmi la possibilità di scoprire le più desolate e
inimmaginabili aree geografiche nascoste al mondo e ai cittadini
mortali per scoprire così qualcosa di nuovo e magico.
Ecco è proprio la magia quella che
l'autore riesce sempre a far scaturire dai suoi lavori mettendo al
centro la natura e le immagini e lasciando che siano loro a parlare
senza interrompere questo straordinario disegno che piano piano si
sta cancellando dalla nostra memoria per lasciare spazio a frame e
pixel che mostrano una società e una natura sempre più "liquida".
In questo modo possiamo osservare
assieme al regista come spettatori e scoprire così assieme a lui,
una guida sacra in territori inesplorati, un Virgilio che riponde
proprio al nome del famoso vulcanologo citato prima e che non a caso
ci accompagna nel viaggio nell'inferno come il titolo.
I vulcani poi da sempre sono stati
qualcosa che ha appassionato il documentarista e allo stesso modo la
loro natura e la loro furia sono da sempre tra gli spettacoli più
maestosi e imponenti che la natura ci abbia dato modo di osservare e
temere. Il documentario si apre in chiave interpretativa ad un
messaggio globale sempre attuale e importante. Negli ultimi anni le
catastrofi e i disastri ambientali stanno diventando argomenti a cui
non si presta quasi più attenzione. Da questo punto di vista i
vulcani sono dei termometri perfetti misurando lo stato di salute del
pianeta. L'opera diventa allora un percorso di spiritualità
antropologicamente molto interessante come le leggende narrate dagli
indigeni su cosa rappresenti nel loro immaginario il vulcano.
Se la lava "esprime la rabbia dei
diavoli" diventando il sangue del pianeta allora la valenza
simbolica attribuita a questi fenomeni può diventare un sistema
simbolico organizzatore di senso,una cosmologia perfetta e allo
stesso tempo un segnale con caratteri divini.
Immagini nitide, scioccanti, alcune di
repertorio, di certo nessuna "modificata" con la cg,
dimostrano la passione inesauribile di un ultrasettantenne che
apparentemenete non sembra aver paura di niente.
Dai più strani, giganteschi e
leggendari del mondo, veniamo catapultati in Indonesia, nella Corea
del Nord, passando per le montagne di Islanda ed Etiopia. Ovviamente
come tutti i lavori del regista non manca una parte che introduce e
spiega l’aspetto scientifico della questione come dicevo
raccontando l’antichissimo legame tra vulcani, mitologia e
spiritualità.
"E sono tornato a occuparmi di
vulcani, stavolta per sempre. Ma non solo in senso stretto: mi
interessa come la vulcanologia si interfaccia con archeologia,
matematica, fisica, biologia, storia”. Oppenheimer
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