Titolo: Fuga da Reuma Park
Regia: AA,VV
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 1/5
Siamo alla vigilia di Natale a
trent'anni da oggi. Aldo, partendo dalla Sicilia, viene accompagnato
al Reuma Park, un vecchio Luna Park trasformato in una specie di
carcere di massima sicurezza per anziani. Qui incontra Giovanni la
cui memoria è ondivaga ma a cui è rimasto l'interesse per una
procace infermiera dell'Est Europa e Giacomo, costretto su una sedia
a rotelle e arrabbiato con il mondo. Il trio si forma nuovamente e si
propone come obiettivo una nuova impresa: fuggire da Reuma Park.
Quando vedi il trio di comici che per
anni ti ha fatto morire dal ridere ormai giunto alle pezze senza
nemmeno lo straccio di un'idea che possa almeno far sorridere
significa la fine.
Aldo, Giovanni e Giacomo erano già
arrivati al capolinea ma vedere uscire un film di Natale fatto di
fretta e riciclando idee già sfruttare in passato è una grossa
regressione che dal trio non mi sarei mai aspettato. Dietro le quinte
compare tale Morgan Bertacca il regista del precedente IL RICCO, IL
POVERO E IL MAGGIORDOMO un'altra immonda schifezza che quasi non sono
riuscito a vedere fino alla fine.
Cosa dire. Se gli sketch non funzionano
tutta la struttura e il ritmo scemano di conseguenza. Dicevo che i
contenuti sono quelli già sfruttati nei numeri a teatro sulla terza
età.
Praticamente è andata così. A
differenza degli ultimi spettacoli teatrali in cui grazie all'aiuto e
al talento di Arturo Brachetti, i nostri performer hanno dimostrato
di avere ancora qualche cartuccia da sparare, purtroppo al cinema
la loro ironia non ha mantenuto la stessa forza e lo stesso impianto
ottenuto invece sul palco.
Fuga da Reuma Park è il classico film
di Natale per accontentare l'unico pubblico che ancora può ridere
del terzetto ovvero proprio la terza età. Quindi è stato scritto,
diretto e interpretato velocemente senza nessuna idea e allungando i
ritmi e la noia per accontentare un target specifico e guadagnare con
questa mossa più soldi possibili.
Commercialmente è la mossa più astuta
che potevano fare.
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