Titolo: Flukt
Regia: Roar Uthaug
Anno: 2012
Paese: Norvegia
Giudizio: 3/5
Norvegia, 1363. Sono trascorsi dieci
anni da quando la peste ha decimato la popolazione. La giovane Signe
è in viaggio con i genitori e il fratello più piccolo quando
vengono assaliti da un branco di banditi. Unica sopravvissuta della
famiglia, la ragazzina viene presa in ostaggio dalla banda di
briganti, capeggiata dalla spietata Dagmar, implacabile donna
guerriera con un tragico segreto nel suo passato.
Flukt è un bel thriller con la caccia
ad una bambina da parte di un manipolo di assassini in salsa nordica.
Un'opera d'avventura e inseguimenti con tanti luoghi comuni e scene
telefonate ma con il fascino della narrazione che rimane tale
nonostante i difetti e i punti deboli.
Uthaug è il regista di Cold
Prey, uno slasher che al
sottoscritto non ha detto nulla, o almeno non rispetto ad altri, ma
che al pubblico e i critici in generale è sembrata la sorpresa
dell'anno. Probabilmente la causa è dovuta al semplice fatto che di
slasher norvegesi non se ne vedono molti. Eppure Flukt ha un suo
fascino che parte dalle incredibili e suggestive location oltre una
fotografia calda che riflette perfettamente i contrasti tra
personaggi ed ambiente.
Il cast è buono, le performance nella
media, Ingrid Bolsø Berdal buca lo schermo così come la figlia
acquisita e via dicendo.
Flukt sembra uno di quei film che già
dall'inizio ti sembra una rivisitazione di ciò che è già stato
(fatto), ma allo stesso tempo ha ritmo da vendere, alcuni colpi di
scena non sono poi così scontati e si arriva fino alla fine senza
troppi sbadigli. Convince meno la parte della sceneggiatura che si
concentra sui personaggi e sul difficile rapporto adulta/bambina.
Anche la peste è solo un pretesto senza mai farla vedere dal momento
che quasi tutta l'azione del film è giocata in esterni.
Alla fine Flukt è semplice ma
maledettamente efficace.
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