Titolo: 40%
Regia: Riccardo Jacopino
Anno: 2010
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Lucio ha passato la prima parte della
sua vita a mettersi nei guai. Un’adolescenza vissuta nell’anonimato
della periferia, la droga, i traffici, i problemi con la Legge, sono
stati l’abisso da cui si è ritratto appena in tempo. Quando esce
dalla comunità di recupero, comincia a lavorare in una cooperativa
sociale dove incontra una pittoresca tribù di personaggi con alle
spalle storie altrettanto complicate. Dopo i conflitti iniziali con
Alfred, il suo collega albanese, oltre che rivale nella squadra di
calcio, Lucio entra a far parte del gruppo.
Ma quando il passato sembra riaffacciarsi con i pericoli e le tentazioni di sempre, saranno proprio i suoi compagni a salvarlo da un finale già scritto.
Ma quando il passato sembra riaffacciarsi con i pericoli e le tentazioni di sempre, saranno proprio i suoi compagni a salvarlo da un finale già scritto.
I film indipendenti, le produzioni dal
basso, il budget ridottissimo ma pieno di mille speranze, la voglia
di credere, sono questi gli ingredienti che la piccola ma efficace
produzione cinematografica della cooperativa Arcobaleno di Torino ha
messo insieme per dare vita al suo primo lungometraggio. Un film di
fiction, di umana realtà, interpretato dagli stessi raccoglitori
protagonisti che lavorano presso il progetto Cartesio, i quali si
superano dando vita ad una galleria di personaggi, stili di vita e
storie differenti e affascinanti. Una forma d'arte nuova in cui la
cooperativa di Torino ha investito sperimentando il linguaggio
cinematografico.
Il risultato è interessante
soprattutto per dare un'immagine chiara e precisa evidenziando in 90'
la realtà, il lavoro, la responsabilità e poi soprattutto le
difficoltà e l'avvio per una nuova vita ricca di colpi di scena.
Arcobaleno è così. Una famiglia in
cui diverse persone dal passato difficile (tossicodipendenza,
alcolismo, carcere, etc) trovano una nuova casa, un senso di vita in
cui credere e appartenere sentendosi accolti e accettati senza
pregiudizi.
Il film di Jacopino registicamente è
poco più che amatoriale senza guizzi di regia o tecniche e risorse
particolari. Gli basta raccontare e descrivere l'originalità insita
in ognuno dei suoi personaggi creando un empatia enorme con quasi
tutti, di cui Lucio, il protagonista, non a caso è il meno in parte
e non a caso e uno degli unici a non far parte della cooperativa
provando a immaginarsi come uno di loro, riuscendo a cogliere poche
sfumature e lasciando ad Alfred e Rambo la strada spianata per
descrivere il microcosmo in cui lavorano.
Dal punto di vista della storia è
funzionale alle aspettative, miracolosamente credibile, descrivendo
l'ingresso, le avventure, il tipo di lavoro, la caduta, le difficoltà
e infine la redenzione con un climax finale divertente e che esce
leggermente dai canoni lasciando qualche residuo action e revenge che
crea ancora più ritmo e atmosfera alla storia.
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