domenica 26 febbraio 2017

40%

Titolo: 40%
Regia: Riccardo Jacopino
Anno: 2010
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Lucio ha passato la prima parte della sua vita a mettersi nei guai. Un’adolescenza vissuta nell’anonimato della periferia, la droga, i traffici, i problemi con la Legge, sono stati l’abisso da cui si è ritratto appena in tempo. Quando esce dalla comunità di recupero, comincia a lavorare in una cooperativa sociale dove incontra una pittoresca tribù di personaggi con alle spalle storie altrettanto complicate. Dopo i conflitti iniziali con Alfred, il suo collega albanese, oltre che rivale nella squadra di calcio, Lucio entra a far parte del gruppo.
Ma quando il passato sembra riaffacciarsi con i pericoli e le tentazioni di sempre, saranno proprio i suoi compagni a salvarlo da un finale già scritto.

I film indipendenti, le produzioni dal basso, il budget ridottissimo ma pieno di mille speranze, la voglia di credere, sono questi gli ingredienti che la piccola ma efficace produzione cinematografica della cooperativa Arcobaleno di Torino ha messo insieme per dare vita al suo primo lungometraggio. Un film di fiction, di umana realtà, interpretato dagli stessi raccoglitori protagonisti che lavorano presso il progetto Cartesio, i quali si superano dando vita ad una galleria di personaggi, stili di vita e storie differenti e affascinanti. Una forma d'arte nuova in cui la cooperativa di Torino ha investito sperimentando il linguaggio cinematografico.
Il risultato è interessante soprattutto per dare un'immagine chiara e precisa evidenziando in 90' la realtà, il lavoro, la responsabilità e poi soprattutto le difficoltà e l'avvio per una nuova vita ricca di colpi di scena.
Arcobaleno è così. Una famiglia in cui diverse persone dal passato difficile (tossicodipendenza, alcolismo, carcere, etc) trovano una nuova casa, un senso di vita in cui credere e appartenere sentendosi accolti e accettati senza pregiudizi.
Il film di Jacopino registicamente è poco più che amatoriale senza guizzi di regia o tecniche e risorse particolari. Gli basta raccontare e descrivere l'originalità insita in ognuno dei suoi personaggi creando un empatia enorme con quasi tutti, di cui Lucio, il protagonista, non a caso è il meno in parte e non a caso e uno degli unici a non far parte della cooperativa provando a immaginarsi come uno di loro, riuscendo a cogliere poche sfumature e lasciando ad Alfred e Rambo la strada spianata per descrivere il microcosmo in cui lavorano.
Dal punto di vista della storia è funzionale alle aspettative, miracolosamente credibile, descrivendo l'ingresso, le avventure, il tipo di lavoro, la caduta, le difficoltà e infine la redenzione con un climax finale divertente e che esce leggermente dai canoni lasciando qualche residuo action e revenge che crea ancora più ritmo e atmosfera alla storia.



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