Titolo: Unit 7
Regia: Alberto Rodriguez
Anno: 2012
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5
L'Unità 7 della polizia ha il compito
di ripulire la città dalle reti di narcotrafficanti e di porre fine
al clima di violenza e corruzione che si è impadronito delle strade
di Siviglia prima dell'Expo 1992. Formata da quattro agenti, l'unità
è guidata da Angel, un giovane ufficiale che aspira a diventare
detective, e Rafael, poliziotto dai metodi discutibili ma efficaci.
Attraverso un modus operandi al limite della legalità, la missione
procede per il migliore dei modi fino a quando le strade di Angel e
Rafael inaspettatamente si dividono a causa delle eccessive ambizioni
di carriera del primo e dell'amore del secondo per l'enigmatica
Lucia.
I cop movie ultimamente scarseggiavano
un pò soprattutto in Europa mentre in America la tradizione continua
senza sosta alternando prodotti commestibili e di rado film
dannatamente interessanti come ad esempio il divertentissimo WAR ON
EVERYONE, CODICE 999 (seppur cone le dovute precisazioni) COLT 45,
TRAFFIC DEPARTMENT, WRONG COPS, KING SURRENDER e altri ancora.
Unit 7 arriva direttamente da Siviglia
negli anni '90 in un polar potente e frenetico recitato benissimo da
alcuni attori della new generation spagnola, sfoderando delle
location straordinarie che si perdono nei quartieri, nelle case, nei
corridoi, restituendo quel senso di claustrofobia e paura. Una
squadra diversa dalle altre, slegata completamente dalle normali
logiche ma con la carta bianca per poter essere legittimati a fare
quasi di tutto, trovandosi però in questo modo soli a dover
combattere contro tutto e tutti a partire proprio dai membri del
team.
Rodriguez sembra essersi ispirato ai
film di Michael Mann se non altro per l'atmosfera e la telecamera a
spalla che in più momenti restituisce quel senso di malessere
riuscendo a dare ancora più spettacolarità agli inseguimenti e alle
sparatorie. L'unità macina successi a colpi di imbrogli, pestaggi e
coercizioni e in tutto il film il livello di violenze e torture è
altissimo. Altra menzione quella legata ai personaggi. Tutti sono
caratterizzati a dovere con una credibilissima introspezione (in
particolare Angel e Rafael).
Anch'esso ignorato o dimenticato
volutamente dalla distribuzione italiana, dimostra la qualità e la
buona forma del cinema spagnolo che trova in Mario Casas, il Tom
Hardy spagnolo, una giovane promessa e un talento incredibile che si
vedrà anche e soprattutto nel successivo TORO. Ottimo tutto il resto
del cast tra cui ricordiamo il famoso Antonio de la Torre.
Unit 7 è ambientato alla fine degli
anni ‘80-inizio dei ‘90 a Siviglia, periodo dell’Esposizione
Universale prevista nella città spagnola (aprile ‘92), così per
ripulire la città, la nostra piccola unità dovrà scontrarsi contro
i clan in una sorta di guerra civile cercando di sopravvivere,
proteggere i cari e gli informatori, e soprattutto capire chi è con
loro o contro di loro.
«Faccia come ha sempre fatto: si giri
dall’altra parte»
Grupo 7 ha il pregio di non scadere
nella santificazione della violenza, come spesso capita per i
colleghi americani, come male necessario, ma ne racconta l’origine
intima e collettiva come succedeva in TRAFFIC DEPARTMENT raccontando
i membri della squadra e il senso di appartenenza, nell’adempimento
del loro lavoro, si compattano e diventano famiglia, includendo
complici ed escludendo famiglia, istituzioni e, quindi, società
civile.
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