Titolo: Sing Street
Regia: John Carney
Anno: 2016
Paese: Irlanda
Giudizio: 3/5
Conor vive nella Dublino di metà anni
'80, ha 16 anni e un talento nella scrittura di canzoni. L'incontro
con l'aspirante modella Raphina, di cui s'innamora perdutamente, lo
spinge a fondare una pop band per attirare la ragazza come attrice di
videoclip. Nel frattempo il matrimonio dei genitori va in frantumi:
saranno la musica, l'amore e l'inossidabile rapporto col fratello
maggiore a dare al ragazzo un coraggio che non credeva possibile.
Carney come il protagonista del suo
ultimo film, sembra un artista che si porta sempre appresso il suo
canzoniere personale. Finora in tutti i suoi film è riconoscibile un
filo conduttore legato alla musica e ai rapporti di coppia. La
playlist di Sing Street è qualcosa che rimane impressa almeno quando
i video musicali girati dalla band con il super 8, le prime
performance e il bisogno di non omologarsi agli altri. Sono diversi i
contributi europei alla musica degli anni '80, quella con cui sono
cresciuti i registi, qui in particolare la scelta e le imitazioni
chiamano in ballo i Duran Dran, i Depeche Mode e gli Spandau Ballet.
Sing Street ha molte parti biografiche in cui l'autore sembra voglia
raccontarci qualcosa che era nell'aria in quegli anni e che era
destinato a generare un cambiamento. Il film descrive il microcosmo
dell'adolescenza in modo mai banale e con alcune riflessioni e scene
di vita significative e molto realistiche. E'la versione maschile
del bel film di Moodysson WE ARE THE BEST con cui i film hanno
diverse analogie. Entrambi catapultati negli anni '80 uno a Stoccolma
l'altro a Dubino, due mete che descrivono senza bisogno di troppe
parole l'energia che si stava incanalando senza però avere i fasti
di realtà come Londra o Berlino.
E'un film nostalgico quello di Carney,
in cui la musica è ancora al centro della scena.
Nonostante tutto e la bravura
indiscussa del giovanissimo cast, Sing Street rimane il film più
compiuto di Carney, quello in cui i personaggi e lui stesso riescono
a comunicare anche nelle pause della musica e allo stesso tempo però
un'operazione che seppur riuscita non riesce ad andare oltre,
analizzando per l'ennesima volta una realtà ormai ampiamente
abusata.
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