domenica 29 gennaio 2017

Deepwater-Incubo sull'oceano

Titolo: Deepwater-Incubo sull'oceano
Regia: Peter Berg
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il 20 aprile 2010 sulla piattaforma trivellatrice semisommergibile Deepwater Horizon, situata al largo della costa della Lousiana, 126 lavoratori si sono trovati immersi nel peggior scenario possibile: una devastante esplosione, che ha causato un inferno di fuoco, undici vittime e uno sversamento di greggio nell'oceano riconosciuto come il più grave disastro ambientale della storia.

L'idea di cinema di Berg con il suo attore feticcio Walhberg è quella che meglio riassume lo spirito reazionario di un paese. Probabile a questo punto che gente come lui, Snyder, Bay & soci, potrebbero diventare ministri della cultura grazie a Trump. Pensate cosa potrebbe succedere...
Incubo sull'oceano riprende una tragedia nota a tutti, di cui si è molto parlato, ma che nel giro di poche settimane è stata dimenticata per dare spazio ad altre tragedie.
Da questo punto di vista il film cerca di mettercela tutta. I protagonisti ovviamente hanno le facce di Wahlberg, Russel e Malkovich e il film in una struttura solida ma prevedibile, mostra con l'impiego di costosi effetti speciali, l'epopea della tragedia e tutti gli effetti perversi e le conseguenze inattese che ha provocato nell'impatto ambientale, nell'oceano, nell'ecosistema.
Il film cerca in modo sintetico di mostrare le falle del sistema e delle politiche, i controlli e la manodopera che la British Petroleum non ha voluto prendere e considerare così i rischi.
Mostra l'eroe di turno Mike Williams impegnato a salvare il suo capitano e il resto della squadra prima di tornare tra le braccia della moglie e della figlia.
Un film a stelle e strisce in tutto e per tutto, senza troppo sbandierare sentimenti e ostilità, mostrando l'americano medio interessato solo al suo orticello e il dovere di difendere il sangue nero della terra. Rimane uno di quei film di cui l'America ha stranamente bisogno per insistere e ripetere una delle litanie crocifisse nel cuore di ogni yankee reazionario.


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