Regia: Saw Tiong Guan
Anno: 2016
Paese: Cina
Festival: TFF 34°
Sezione: Festa Mobile
Giudizio: 3/5
Christopher Doyle ha condotto
un’esistenza a dir poco straordinaria: dopo aver lasciato i deserti
australiani per l’oceano, ha viaggiato in tutto il mondo, lavorato
come marinaio e scavatore di pozzi e vissuto in un kibbutz. Una vita
avventurosa, che l’ha portato a Taiwan, dove, infine, a trentadue
anni, ha imbracciato per la prima volta una macchina da presa,
divenendo uno dei direttori della fotografia più noti e apprezzati
del cinema contemporaneo, collaboratore di registi come Wong Kar-wai,
Gus Van Sant, James Ivory e Neil Jordan. In questo film racconta la
sua vita seduto di fronte all’obiettivo, fra ricordi, immagini e
riflessioni.
Christopher Doyle è un artista
poliedrico ed eccentrico.
Il premio vinto e consegnatoli al TFF
34° ha incorniciato un personaggio molto umile e divertente. La sua
performance e le sue parole sono state caldamente apprezzate assieme
al suo bisogno di parlare e dare valore alla settima arte. Il suo
cinema e la sua professionalità come direttore della fotografia
nasce da autodidatta da chi non ha tutto pronto ma si lascia
immergere nelle scene trovando il punto giusto e la prospettiva dove
inserirsi. Ha detto molto nella sua intervista Doyle, partendo dal
potere della Cina che ci domina già tutti, delle nuove tecniche
digitali, del suo amore per le droghe e l'alcool e per la sua
straordinaria e assetata curiosità e voglia di scoprire.
A fare da sfondo una spiaggia, acqua,
onde e scogli, il tutto frammentato come i ricordi del regista che si
alternano in un b/n suggestivo e funzionale.
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