Titolo: Dora or the sexual neuroses of
our parents
Regia: Stina Werenfels
Anno: 2015
Paese: Svizzera
Giudizio: 4/5
Dora ha 18 anni e soffre di un ritardo
di apprendimento. Sua madre Kristin decide di non somministrarle più
le medicine che ne sedavano la vitalità. Ora Dora scopre aspetti
della vita che le erano preclusi e tra essi, impellente e pervasiva,
la sessualità. Incontra così Peter, un ragazzo che non ha nessuna
remora nell'approfittare della sua voglia di piacere. Dora rimane
incinta proprio mentre i suoi genitori stanno cercando un altro
figlio che non arriva.
"Il film è basato sulla famosa
opera del drammaturgo svizzero Lukas Bärfuss. L'ho vista nel 2003, e
mi ha colpito per le sue qualità controverse e ambivalenti. Mi è
sembrato che Lukas mettesse a nudo la nostra società occidentale e
la sua ipocrisia. Sebbene viviamo in tempi permissivi e liberali e
anche se si dice di dare pari diritti a chi soffre di disabilità
mentale, quando si parla di sessualità - e soprattutto di gravidanza
- suona il campanello d'allarme. La pièce mi ha permesso di entrare
nella zona morale grigia di ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato, di ciò che è "normale" e ciò non lo è. Mi ha
anche dato la possibilità di offrire due forti prospettive femminili
sulla fertilità e sulla maternità."
La Werenfels alla sua seconda opera
regala un film molto maturo, complesso e originale, uno spaccato che
andrebbe consacrato tra i film che trattano il tema della disabilità
e della sessualità, unendo tematiche come la gelosia e la
rivendicazione del nostro vero io tra emozione e realtà.
Un film che grazie ad un'importante
ricerca e analisi sui motivi e le scelte che stanno alla base di
alcuni atteggiamenti riesce a staccarsi dallo stereotipo sulla
disabilità e creare un'opera di forte impatto emotivo facendo
entrare completamente lo spettatore nel dramma e nelle difficoltà
che muovono le scelte della famiglia e di Dora.
Un'opera per alcuni con pochissimi
freni inibitori e sconvolgente per quanto apre il discorso sul sesso
senza essere mai gratuito ma senza neppure negare i corpi nudi e i
passaggi intensi e drammatici come quando l'amico di Peter in stanza
d'albergo vuole divertirsi anche lui con Dora pensandola un oggetto
(Peter solo in quel momento si accorge finalmente che anche lei come
qualsiasi altro essere umano è in grado di provare sentimenti veri)
ed entrare così nella psicologia della protagonista mossa da una
forte volontà e senso di emancipazione.
Questo la rende un personaggio, non una
diagnosi, in grado di prendersi la responsabilità delle sue scelte,
degli incontri fugaci con Peter in albergo, dal tentativo di vivere
in una struttura assieme ad altri disabili con cui all'inizio
presenta non poche difficoltà per arrivare infine alla maternità.
Victoria Schulz la protagonista è straordinaria. I genitori
rappresentano le paure e le nevrosi, in cui il cambiamento repentino
del comportamento della figlia li obbliga a confrontarsi con la loro
stessa concezione di “normalità” (che si riallaccia tanto alla
vita di Dora quanto alla loro) alle gelosie e i limiti di una madre
che andrà a ricercare un piacere forse negato per troppo tempo in
alcuni contesti estremi e perversi pur di bilanciare lo scompenso che
grava su di lei.
"Il film ha avuto una complessa
e difficile produzione. Ci sono voluti sette anni, dalla scrittura
alla prima alla Berlinale. I finanziamenti sono stati sicuramente la
parte più difficile. Significava convincere le persone a dare soldi
a un argomento tabù senza che io, come autore, smussassi gli
spigoli. La sceneggiatura spaventava le film commission - ma era
chiaro che rifiutarlo era più una reazione istintiva che un giudizio
sulla sua qualità."
Come detto da Peter “siamo tutti
handicappati”, forse non fisicamente o mentalmente come Dora ma lo
siamo spesso sentimentalmente, rinchiusi in un guscio di desideri
inespressi e necessità ignorate. E questo che Dora ci insegna e
quello su cui Stina ci obbliga a riflettere.
Uno dei film più maturi, anarchici e
realistici degli ultimi anni sulla disabilità, sulla sensibilità,
sulla sessualità e sull'emancipazione.
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