Titolo: Free Fire
Regia: Ben Weathley
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Festival: TFF 34°
Sezione: Festa Mobile
Giudizio: 4/5
Nove uomini e una donna s’incontrano
in un magazzino in disuso per concludere un losco affare.
Weathley ritorna di nuovo in pole
position. Uno dei registi migliori di questa ultima generazione dopo
diversi film intensi e particolari (Kill
List, DOWN TERRACE, FIELD
IN ENGLAND, Sightseers)
e un'unica deviazione devastata dalle aspettative e dai critici
sciacalli (High-Rise
al TFF 33°sempre nella sezione Festa Mobile) che l'outsider inglese
ritorna in prima linea ai festival.
Con Free Fire si ritorna ai temi e agli
strumenti tipici e prediletti del regista. Humor nero, dialoghi
taglienti, molta violenza, scene grottesche, dinamismo senza
controllo, ritmo ai massimi livelli, azione concitata, scene surreali
e paradossali e infine delle caratterizzazioni forti visto che la sua
ultima opera e prima di tutto un film di attori e di recitazione
(fatta eccezione per due o tre del branco) per dei personaggi
eccessivi e caricati, affascinanti e stilosi quanto grezzi,
romantici, manipolatori, alcolizzati, narcisisti e tossici incalliti.
L'ultima opera del regista si potrebbe
definire un thriller/action/commedia ad altissima tensione senza
quasi storia ma colma di azione e alcuni ma intelligenti colpi di
scena e sotto-storie che danno ancora più tensione e complessità al
film.
Free Fire sembra prendersi meno sul
serio ma non poi così tanto, contando che il dramma insito nel film
e nelle conseguenze inattese nonchè gli effetti perversi di questa
carneficina hanno un taglio profondamente drammatico che seppur
giocato con un'ironia macabra e travolgente (le risate sono
assicurate) rimane impregnato proprio dalla sofferenza dei suoi
personaggi e il loro tentativo disperato di mettersi in salvo e
capire cosa è andato storto.
Siamo negli anni '70. Tutti sono
vestiti in modo alternativo con giacche così spesse da diventare
quasi giubbotti anti proiettili, un cast assolutamente eterogeneo dove
compaiono attori americani, inglesi, italiani, etc (un'altra scelta
che da il suo valore aggiunto soprattutto in lingua originale per
capire al meglio alcuni dialoghi e le battute e le incomprensioni
proprio sugli accenti).
E poi senza
dover ricorrere agli spoiler, l'incidente scatenante, la scintilla
che nasce proprio dalla manovalanza e dalle conseguenze ai danni di
una donna fanno tutto il resto...un casino che nel giro di qualche
battuta assume proporzioni gigantesche in una faida che trova nei
suoi innumerevoli pregi quello di avere un'unica location, un
magazzino abbandonato che ricorda per alcuni aspetti l'esordio di
Tarantino.
Free Fire infine
conferma il talento di un autore a 360° che scrive, monta, dirige,
costruisce, spaziando da un genere all'altro con un divertimento, una
passione e una disinvoltura ammirevole.
Il fattore più
interessante del film che nessun critico ha colto è che tutti
strisciano dall'inizio alla fine.
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