Titolo: Alice attraverso lo specchio
Regia: James Bobin
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Dopo molto tempo passato a bordo della
nave Wonderland, il capitano Alice Kingsleigh torna sulla terra ferma
londinese, rigida e ottusa.
Diciamo che negli ultimi anni i fantasy
hanno cercato di accaparrarsi pubblico e cercare di sfruttare al
massimo la c.g. In parte questa operazione è riuscita. In altri
casi, come Alice & company, i progetti sono sempre stati
controllati dalla Disney senza però riuscire a trovare una formula
che convincesse e potesse dare enfasi e sostanza ad un soggetto così
incredibilmente interessante (parlando sempre per il doppio
pubblico).
Il marketing e i budget esagerati hanno
purtroppo la tendenza a diventare una parata di CGI pacchiana piena
di bizzarrie inutili, dimostrandosi, questo rispetto al suo già
brutto predecessore, come un tentativo frettoloso ancora più
frenetico e irritante.
Alla fine è tutta un'odissea
spazio-temporale estenuante, passando da un piano temporale all'altro
in un caleidoscopio confuso di immagini e colori.
La didascalica insistenza sul tema del
paradosso temporale conduce a un climax prevedibile e poco
sorprendente che può sicuramente fare la gioia degli occhi- grazie
anche a un 3D raro a vedersi, in molti momenti - ma non altro e
infatti non stupisce che forse il momento migliore è quello dove
compare Tempo, personaggio ambiguo, forse il meglio rappresentato da
Sacha Baron Cohen.
Alla fine tutta la storia di
quest'ultima Alice nasce da una bugia della strega bianca per
nascondere una marachella combinata in gioventù quando si era
mangiata uun biscotto attribuendo la colpa alla regina rossa.
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