Titolo: Creed-Nato per combattere
Regia: Ryan Cogler
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Adonis Johnson non ha mai conosciuto il
suo celebre padre, il campione del mondo dei pesi massimi Apollo
Creed, morto prima della sua nascita. Nonostante tutto, non c'è modo
di negare che la boxe scorra nelle sue vene, quindi Adonis va a
Philadelphia, luogo del leggendario incontro tra Apollo Creed e lo
sfidante Rocky Balboa. Una volta arrivato in città, Adonis
rintraccia Rocky e gli chiede di essere il suo allenatore. Nonostante
l'insistenza nello spiegare al giovane che lui ormai è fuori dal
giro da parecchio tempo, Rocky vede in Adonis la stessa forza e
determinazione caratteristiche di Apollo, il fiero rivale che diventò
anche l'amico più stretto.
Creed è Rocky con un altro nome.
Il figlio illegittimo di Apollo che
chiede insegnamenti al vecchio Balboa.
Sembra una trama da telenovela ma così
non è. Diciamo un franchise che da nove anni era rimasto fermo a
prendere polvere e invecchiare.
In fondo i film sulla boxe vecchia
scuola, come questo film appare, mischiando solo alcuni elementi con
una realtà più moderna, dicono poi quasi sempre le stesse cose e
sono strutturati allo stesso modo. Tutti quasi sempre almeno.
Creed non fa una piega. Segue per
istinto gli originali, non copiandoli ma procedendo sugli stessi
binari e aggiungendo un tocco di modernità a cui prima accennavo
come la buona regia di Ryan Cogler, Prossima
fermata-Fruitvale Station
e il suo attore feticcio Michael B.Jordan e tutto sommato uno
Stallone assolutamente a suo agio a vestire i panni dell'insegnante.
Se poi ci aggiungiamo l'umiltà di
Balboa con la sfrontatezza di Creed, una chemioterapia del mister che
serve come mordente per catalizzare sensibilità lacrime ed empatia,
combattere contro l'ingiustizia e tutti i valori che portano Creed a
diventare campione, allora il motore è ben oliato in due ore di film
senza mai annoiare. Una buona distrazione.
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