Titolo: Deadpool
Regia: Tim Miller
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Wade Wilson è un mercenario senza
scrupoli per cui tutto ha un prezzo, finché scopre la sua anima
gemella: una prostituta di nome Vanessa. Quando tutto sembra andare
per il meglio, Wilson scopre di avere un cancro all'ultimo stadio.
Per questo viene avvicinato da un sinistro personaggio che ha in
serbo una proposta di cura insolita. Wilson accetta ma finisce per
essere vittima di un esperimento genetico dagli esiti imprevedibili.
"Prodotto da una faccia da culo e
diretto da un cazzone strapagato" questi sono i titoli di testa
che aprono il palcoscenico del film e dei sequel che arriveranno.
Deadpool avrebbe impressionato di più
se fosse stato stato un corto.
Bisogna ammettere che dalla seconda
parte in poi il film è proprio inguardabile, telefonato, prevedibile
e omologato a tutti gli altri film di supereroi diventando come
qualcuno ha detto "patologicamente calcolato". E lo è fin
dall'inizio, fin dalla manovra commerciale e furbetta di farlo
apparire come un film alternativo in grado di cambiare la visione
classica e piena di scrupoli dei classici supereroi.
Una cosa buona però c'è...ed è
quella di tenere per quasi tutto il tempo Reynolds incappucciato,
così almeno tra tutte le sventure lo spettatore non deve digerire
pure la sua più totale incapacità.
Deadpool riesce ad essere tremendamente
fastidioso pure nel suo esibizionismo.
Oltre che sfondare i crani, sfonda
troppo la quarta parete che se alle volte ci può stare qui è
davvero troppo come a ribadire l'immunodeficenza dello spettatore.
Sicuramente avrà un successo
esorbitante, piacerà a tutti in particolare ai nerd e ai giovani che
amano le volgarità, la tamarria e il rap tornato di moda per opera
di alcuni loschi e improbabili protagonisti.
Deadpool poi fa passare uno strano e
paradossale messaggio come se si fosse aperto un varco verso una fase
più adulta, sessualmente esplicita e verbalmente scurrile dei
comics.
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