mercoledì 3 febbraio 2016

Irrational Man

Titolo: Irrational Man
Regia: Woody Allen
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Abe Lucas, professore di filosofia ormai privo di qualsiasi interesse per la vita, si trasferisce nell'Università di una cittadina. Preceduto da una fama di seduttore incontra la collega Rita Richards che cerca di attrarlo a sé per mettersi alle spalle un matrimonio fallito. C'è però anche la migliore studentessa del corso, Jill Pollard, che subisce il suo fascino e progressivamente gli si avvicina. Un giorno i due ascoltano, del tutto casualmente, la disperata lamentela di una madre che si è vista togliere la tutela di un figlio da parte di un giudice totalmente insensibile a qualsiasi esigenza umanitaria. Abe, in quel preciso momento, sente di poter fare qualcosa per quella donna e, con questo, di poter ridare un senso alla propria vita.

Pausa riflessiva, bisogno di ripetersi, una filmografia che ormai straborda di commedie che hanno fatto la storia. Chi lo sà, comunque Allen è sempre Allen, un autore a tutti gli effetti che non vuole andare in pensione, ma trova nel cinema lo sfogo a tutte le nevrosi della società arrivando al suo 45° film all'età di ottant'anni. E avercela una follia creativa come la sua...
Per l'appunto il suo ultimo film, un thriller filosofico, diventa la riflessione sul tema della morte come ideale e formula per liberarsi dai problemi della vita e trovando in un tormentato Phoenix, l'aspirante perfetto per cimentarsi in questa catarsi.
Spiritoso, dotato di un ritmo che non si smentisce mai, con dei dialoghi taglienti e una libertà di prendersela comoda e di non dover rispondere a nessuno, Abe/Allen, diventa quel concentrato di libertà e al tempo stesso immaturità senza confini, spalleggiato da alcune abili concubine che non riescono a non adorarlo diventandone amanti e oracoli rivelatori, in una società in cui tutti cercano la serenità attraverso i rapporti personali con diversi gradi di disperazione senza stare a pensarci troppo.
Se la distrazione è l'unico significato della vita, oltre al bere, bisogna trovare varianti che possano avere successi non sempre esaltanti volendo fare una metafora su come i temi già fissati dall'autore vengano rielaborati e riproposti.
L'assurdo e al contempo l'aspetto più affasciante del film è quello di condurre lo spettatore con una incredibile e sfacciata leggerezza, su uno dei temi più discussi della filosofia moderna e ragionando e smontando la teoria dell'omicidio intenzionale trasportato da "nobili" intenti.


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