Titolo: Star Wars VII-Il risveglio
della forza
Regia: J.J.Abrams
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Luke Skywalker è scomparso. La mappa
con il luogo in cui si è nascosto suscita l'attenzione di molti: di
Primo Ordine, organizzazione paramilitare che si richiama all'Impero
Galattico cercando di restaurarne l'autorità, e della Resistenza,
gruppo di repubblicani decisi a contrastare l'autoritarismo di Primo
Ordine. Quando Kylo Ren, malvagia pantomima di Darth Vader, scopre
che la mappa si trova all'interno di un droide, si scatena una caccia
all'uomo senza tregua, che coinvolgerà Finn, uno Stormtrooper che ha
deciso di non uccidere, e Rey, una ragazza che vive rivendendo
cianfrusaglie recuperate da astronavi.
Se la galassia è infinita, Star Wars è
un buco nero che non sembra chiudersi mai.
E'difficile farsi un'idea di una saga
che è diventata così incredibilmente famosa nel corso degli anni.
Avviene però un passaggio del
testimone importante da un lato, incredibilmente inutile dall'altro.
Abrams, e si vede, si è trovato al
timone di una navicella con il pilota automatico e questo un po
qualcuno se lo aspetttava. Apparentemente al film non sembra mancare
nulla a livello tecnico e di cast (anche se alcuni camei meritano di
finire nella bocca del Sarlacc) ma c'è qualcosa nell'atmosfera di
plastico e macchinoso che proprio non sembra funzionare al meglio.
Abrams poi da fan della saga ha avuto
il compito di rilanciare l’universo che ama facendo contenti i
vecchi fan, gli ex fan delusi, i nuovi fan, recuperando sufficienti
elementi dai film di quarant’anni fa per rispettare il marketing
che ha sbandierato un ritorno alle origini fin dall’inizio,
introducendone di nuovi a sufficienza da lasciare la gente
incuriosita e vagamente insoddisfatta.
Forse l'empatia per i personaggi, una
trama che non riesce a mordere come i primi tre capitoli di una saga
che andava chiusa e rimandendo un cult per molti e non per forza per
tutti.
Il risveglio della forza è un'opera
che grida al merchandasing più bigotto e palese.
Di nuovo ci troviamo di fronte ad una
trilogia che forse aprirà i battenti ad un'altra ancora, incassando
soldi a gogò nei "secoli dei secoli".
Un film votato al femminile come la sua
protagonista, astuto nell'essere politically correct e mettere tra i
protagonisti un ragazzo di colore. Squisitamente disneyano in tutto e
senza mostrare nessun tipo di violenza nemmeno nella scena in cui
muore il padre del villain di turno.
Un nemico imbarazzante nella sua
fragilità e con un mentore che sembra preso dall'ultima porcheria di
Spielberg su Indiana Jones, un alieno fatto malissimo e
sproporzionato.
Se da un lato i protagonisti non
convincono, i co-protagonisti di certo non fanno una bella figura.
Manca dall'inizio alla fine la
suspance, elemento invece che si sposava perfettamente nella prima e
unica saga che valga la pena menzionare.
Star Wars diventa a tutti gli effetti
la saga più pompata della storia del cinema.
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