Titolo: Lamb
Regia: Ross Partridge
Anno: 2015
Paese: Usa
Festival: TFF 33°
Giudizio: 3/5
Un uomo di mezza età in crisi
esistenziale – ha appena perso il padre e il suo matrimonio sta
andando a rotoli – incontra casualmente in un parcheggio una
sfrontata undicenne. Quello che nasce come uno scherzo – un finto
rapimento per spaventare gli amici di lei – diventa un’occasione
di incontro tra due persone diversamente sole.
La seconda opera di Patridge, anche
sceneggiatore e co-protagonista, è un viaggio on the road che
descrive un incontro di solitudini in due generazioni differenti.
Lui infelice, iperattivo e vagamente
folle. Lei una bambina travestita da adulta e trascurata.
Quello che negli intenti e nella prima
parte del film ci viene mostrato è davvero buono e lodevole. C'è
sempre una sottile linea morbosa che sembra potersi spezzare da un
momento all'altro. L'incontro, la sfida lanciata da David,
l'ingenuità velata di Tommie, una convincentissima Oona Laurence, il
viaggio in macchina e la scoperta di svariate fragilità e di tabù
anagrafici da parte di entrambi, sono gli aspetti più interessanti e
curiosi del film che tuttavia non cerca mai di essere troppo
malinconico e melenso.
Al contempo però, soprattutto dalla
seconda parte, il film soprattutto nei dialoghi è spesso stucchevole
e la parte nel capanno in mezzo alla montagna, complice una collega
amante di David a corrompere il rapporto amico/genitore bambina,
diventa a tratti tremendamente macchinoso.
Il tentativo di riprendersi da un
fallimento emotivo è stato forse il tema più difficile da
affrontare nel film in cui in diversi momenti ci sono delle scene e
dei dialoghi davvero intensi.
Purtroppo però non approfondiscono
quanto devono rischiando subito dopo di essere estremamente
superficiali e ridondanti.
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