Titolo: Sin Nombre
Regia: Cary Fukunaga
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
In cerca del sogno americano, una
giovane ragazza honduregna intraprende una vera a propria Odissea
attraverso l'America Latina insieme al padre e allo zio sperando di
raggiungere gli Stati Uniti. Durante il viaggio incrocia la sua
strada con quella di El Casper adolescente membro di una gang
messicana in fuga dai suoi soci e da un passato fatto di violenza.
Insieme cercheranno di sormontare di tutti i pericoli che li separano
da una nuova vita...
Sin Nombre è un film crudo e toccante
che tocca un tema trattato poche volte al cinema.
Su un argomento così duro e delicato,
la sceneggiatura si concentra maggiormente su Caesar, facendo una
breve ma intensa descrizione delle gang criminali e portandolo infine
ad un esilio forzato. Proprio sulle gang, il regista oltre ad
avvalersi durante la scrittura di due frequentatori di quei posti, ha
proposto un discorso sull'appartenenza facendo un'analisi attendibile
nei rituali, nei gesti e soprattutto nella violenza.
L'emigrazione e la criminalità come le
facce di un male comune che ha diversi intrecci purtroppo in Messico
e lascia cadaveri senza nome in mezzo a strade dove non troveranno
mai una degna sepoltura. Attuale e soprattutto importante, Fukunaga,
regista da continuare a tenere d'occhio, si è documentato molto,
trascorrendo del tempo con questi "clandestini".
La parte tecnica come sempre è
curatissima.
Vengono mostrati alcuni scorci molto
interessanti del Messico, lo stile tecnico è impeccabile con alcune
riprese notevoli e originali.
Vincitore del Premio per la miglior
regia, Cary Fukunaga, e per la miglior fotografia, Adriano Goldman,
nella sezione Film drammatici al Sundance Festival 2009 non è un
caso, soprattutto quando si parla di cinema veritè ribadendo il
concetto che il sistema criminale vince sempre.
L'unica stonatura del film rimane la
storia d'amore, ma se guardiamo l'enorme portata e realisticità di
concetti che emergono dal film, rimane un'opera compiuta, fatta e
finita, che continua un percorso, quello di Fukunaga, atipico e
alternativo.
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