Titolo: 007-Spectre
Regia: Sam Mendes
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
La morte sfila per le strade di Città
del Messico e dietro la maschera di un teschio. In missione per conto
di M, la defunta M che gli ha lasciato un video e un incarico spinoso
da risolvere, James Bond sventa un attentato e uccide Marco Sciarra,
terrorista legato a SPECTRE, una misteriosa organizzazione criminale
e tentacolare. Il suo colpo di testa gli aliena Gareth Mallory, il
nuovo M alle prese con pressioni politiche e Max Denbigh, membro del
governo britannico che non vede l'ora di mandare in pensione i vecchi
agenti dell'MI6 e di controllare con tanti occhi le agenzie del
mondo. Congedato a tempo (in)determinato, Bond prosegue la sua
indagine contro il parere di Mallory e con l'aiuto dei fedeli Q e
Moneypenny. Tra un funerale e un inseguimento, una vedova consolabile
e una gita in montagna, l'agente 007 stana Mr. White, una vecchia
conoscenza con crisi di coscienza e una figlia da salvare. Bond si fa
carico di entrambe e protegge Madeleine Swann dagli scagnozzi di
SPECTRE, amministrata dal sadico Franz Oberhauser. È lui l'uomo
dietro a tutto, è lui il megalomane da eliminare. Madeline la chiave
per risalire. Per risalire alla sua nemesi, per risalire il suo tempo
perduto.
Spectre è un concentrato di azione
come del resto c'era da aspetttarsi.
Cambi di location incredibili,
inseguimenti mozzafiato, acrobazie mirabolanti e una tecnica, quella
di Mendes al suo ultimo film su Bond, davvero a grandi livelli
estetici e soprattutto tecnici.
Soprattutto l'inizio del film in
Messico e orchestrata e portata in scena nel miglior modo possibile.
Però rispetto al precedente SKYFALL
l'impianto realistico a questo giro risulta ancora più assurdo e
fracassone, Craig non fa una smorfia e il suo Bond è completamente
spersonalizzato, gli abiti sono sempre eleganti, nuovi e perfetti
anche quando i protagonisti si trovano su un treno sperduto. L'ultimo
007 dura davvero molto e in particolare l'ultimo atto è così
incredibilmente banale da far crollare tutta la costosissima
costruzione del film, come nella scena finale inscenando una delle
esplosioni più costose nella storia del cinema.
Il controllo totale attraverso la rete,
l'organizzazione segreta, e tanti altri temi su cui il film cerca di
mordere l'attenzione dello spettatore, non sono sempre all'altezza e
quando la suspance cala ci sono dei buchi e dei momenti di imbarazzo
pazzeschi come nella scena del rapimento tra le montagne.
Se poi ci mettiamo che il villain di
turno, Waltz, fa di tutto per non caratterizzare il suo personaggio
allora la macchina produttiva perde tutta la poca consistenza che gli
rimaneva.
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