Titolo: Anime Nere
Regia: Francesco Munzi
Anno: 2014
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Tre fratelli si riuniscono nel loro
paese natale tra le montagne selvagge dell'Aspromonte, in Calabria.
Uno di loro è sempre rimasto lì, due sono migrati al nord,
riuscendo a trovare successo e denaro, chi in maniera legittima, chi
no. Tutti però dovranno confrontarsi, in una dimensione sospesa tra
l'arcaico e il moderno, con la storia della loro famiglia e con un
passato quasi tribale che riemerge con violenza.
Munzi descrive il cuore della
Ndrangheta in una tragedia moderna e crudele dettata da legami e
giochi di potere che non sembrano mai modernizzarsi ma invece restano
solidi e imperturbabili.
Un affresco duro caratterizzato
dall'uso strategico e sapiente delle location che conferiscono ancora
più anima ai volti sparuti e determinati dei protagonisti.
L'aspetto antropologico di l'Africo,
dove si svolge la vicenda, è infatti legato alla tradizione mafiosa
vecchia scuola. Un luogo abbandonato e in rovina, dolorosamente
affascinante, costituito ancora in un'epoca post-moderna, da regole
tribali che si scontrano con un capitalismo avanzato e alcuni nuovi
codici criminali.
Grazie ad una buona squadra di attori,
quasi tutti sconosciuti, questo noir cupo e oscuro, mira a diventare
uno dei caposaldi di genere, come le storie di criminalità italiana
che non ci si stanca mai di affrontare e analizzare attraverso il
cinema, alcune oscure tematiche e i grossi tumori e mali della nostra
epoca.
Un film ambizioso e difficile,
soprattutto quando non ricorre mai alle scelte più usuali di genere,
discostandosene completamente e creando ancora più verosimiglianza
con la vicenda trattata come in questo caso una storia di tre
fratelli accomunata da un trauma mai risolto che non può portare a
nessuna redenzione o riappacificazione ma solo a quel lato oscuro
dell'anima che si cela dentro ognuno di noi.
La differenza di Anime Nere, titolo
accattivante e funzionale, è quello di narrare una storia classica
con un incidente scatenante molto realistico e da lì, senza mai
esagerare, mantenere una tensione che non perde mai il controllo e
soprattutto trova un colpo di scena finale davvero brillante e
altamente drammatico e coinvolgente che lascerà un duro colpo.
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