Titolo: Inside Out
Regia: Pete Docter
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Riley ha undici anni e una vita felice.
Divisa tra l'amica del cuore e due genitori adorabili cresce insieme
alle sue emozioni che, accomodate in un attrezzatissimo quartier
generale, la consigliano, la incoraggiano, la contengono, la
spazientiscono, la intristiscono, la infastidiscono. Dentro la sua
testa e dietro ai pulsanti della console emozionale governa Joy,
sempre positiva e intraprendente, si spazientisce Anger, sempre
pronto alla rissa, si turba Fear, sempre impaurito e impedito, si
immalinconisce Sadness, sempre triste e sfiduciata, arriccia il naso
Disgust, sempre disgustata e svogliata. Trasferiti dal Minnesota a
San Francisco, Riley e genitori provano ad adattarsi alla nuova vita.
Il debutto a scuola e il camion del trasloco perduto nel Texas,
mettono però a dura prova le loro emozioni. A peggiorare le cose ci
pensano Sadness e Joy, la prima ostinata a partecipare ai cambiamenti
emotivi di Riley, la seconda risoluta a garantire alla bambina
un'imperturbabile felicità. Ma la vita non è mai così semplice.
Pensando agli aultimi film della Pixar
mi viene da fare una breve riflessione prima di parlare dell'ultimo
film.The BRAVE poteva sembrare uno di quei passi falsi almeno per la
sceneggiatura tale da poter essere equiparata ad un qualsiasi film
della rivale Dreamworks come DRAGON TRAINER mentre CARS seppur
interessante, sembrava attraversare una pista già battuta.
Mancava dunque qualcosa che fosse una
sorta di peculiarità unica della Pixar, un ingrediente magico e
un'idea che desse di nuovo prova sulle capacità degli sceneggiatori
di quella che reputo insieme allo Studio Ghibli (che ora purtroppo ha
perso il suo mentore) due must impossibili da eguagliare per
drammaticità delle storie che come nel caso della Pixar scardina
ogni tradizione disneyana sul valore dell’essere sempre allegri e
ottimisti.
Inside Out è un colosso, un passo
avant rispetto ai target dell'animazione e della linea che divide
adulti e bambini. Un film semplice nella sua complessità, maturo
quanto testardo, istintivo quanto fragile. Un'opera che ha vinto
tutto quello che ci si poteva aspettare dal momento che partiva con
una trama che poteva lasciare molto perplessi.
Invece crea le basi per dei trattati
psicologici sull'adolescenza, sugli adulti, sui generi, trovando la
scelta giusta e le emozioni appropriate.
Docter dal canto suo è ormai una
conferma e un talento per gli studi Pixar.
Con MONSTER & CO e UP si è
guadagnato una vetta di quelle difficili da raggiungere è da notare
come in questo caso la fanciullezza e l'infantilità rovesciano il
discorso che si celava nella terza età di UP.
In più Inside Out vince una sfida
difficilissima che gli altri film non avevano ovvero impersonare le
voci di dentro che può quasi sembrare paradossale per un cartone
soprattutto per bambini (che secondo me dovrebbero avere almeno
dieci/dodici anni per comprendere la vasta gamma di significati) tra
cui l'incorporeo, i pensieri astratti, etc.
Unica pecca nel character design su cui
mi aspettavo qualcosina in più, per il resto un capolavoro!
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