Titolo: Non essere cattivo
Regia: Claudio Caligari
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono
amici da una vita, praticamente fratelli. Cresciuti in un quartiere
degradato campano di espedienti, si drogano, bevono e si azzuffano
con altri sbandati come loro. A casa Cesare ha una madre precocemente
invecchiata che accudisce una nipotina malata, la cui madre è morta
di Aids. Vittorio invece sembra non avere nessuno al mondo, e quando
incontra Linda vede in lei una possibilità di costruire una vita
normale. Trova lavoro e cerca di coinvolgere anche Cesare, che nel
frattempo si è innamorato di Viviana, una disperata come lui ma
piena di voglia di costruirsi un futuro. Riusciranno Rosencrantz e
Guildenstern a diventare protagonisti della loro vita?
AMORE TOSSICO era nel'83 mentre L'ODORE
DELLA NOTTE del '98.
Dopo diciassette anni finalmente
Caligari, grazie a Mastandrea, è riuscito a dare un affresco moderno
dei borgatari di Ostia firmando la sua ultima e sofferta opera,
un'elegia della droga che sotto molti aspetti, tornando soprattutto
all'esempio del primo film, ha saputo essere un importante
precursore. Purtroppo Claudio è scomparso il 26 Maggio scorso appena
terminate le riprese. Sempre Mastandrea, l’anno scorso, scrisse una
lettera aperta a Martin Scorsese perché potesse intervenire per
cercare di muovere il calvario che stava dietro la produzione; sempre
lui ha combattuto perché, dopo il primo e ultimo montaggio che
Claudio fece, Non essere cattivo fosse terminato e portato in sala.
Mastandrea non ha nascosto di aver vissuto con ansia particolare
l’arrivo del film in Laguna, nonostante sia un aficionados della
Mostra: ma infatti, di rischi ne ha corsi parecchi.
Non essere cattivo è un film che
continua come una linea dritta, un tracciato e un percorso del suo
autore che doveva essere concluso. Il film e lo stile del regista
riescono ad essere sempre secchi con un impatto sferzante e senza mai
cadere nel melodramma, ma sapendo unire aspetti e tematiche,
conciliandole con un dramma di fondo che regna sovrano e da cui è
difficile, se non impossibile, uscirne.
Un personaggio come quello di Cesare
sembra uscito da una matita di Pazienza, così come alcuni richiami
non possono non far pensare ad ACCATTONE di Pasolini.
L'ultima opera del regista è un film
scoppiettante, vivo e feroce, che non concede nulla e trova nella
semplicità e spontaneità dei gesti e dei suoi personaggi, un
racconto che poco si discosta dalla vita reale.
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