Titolo: Alps
Regia: Giorgos Lanthimos
Anno: 2011
Paese: Grecia
Giudizio: 3/5
Un'infermiera, un paramedico, una
ginnasta e il suo allenatore hanno formato un servizio "a
noleggio" e sostituiscono le persone morte su appuntamento.
Vengono chiamati dai parenti, dagli amici o dai colleghi dei defunti.
La compagnia si chiama proprio Alps (Alpi), e il loro capo, il
paramedico, si fa chiamare Mont Blanc (Monte Bianco). Ma nonostante i
membri di Alps sottostiano ad un regime disciplinato sotto le regole
imposte dal leader, l'infermiera non le rispetta…
La Grecia, soprattutto negli ultimi
anni, sta sicuramente passando un periodo di forte cambiamento. Da
questo punto di vista, un autore così maturo come Lanthimos, sembra
focalizzarsi su tutto ciò che rimanda all'astrazione, metafora dura
di una realtà sconcertante.
Ognuno dei personaggi, proprio dal
nome, sottolinea subito un aspetto importante della sua "missione
sociale" ovvero l'insostituibilità.
Alps, come la trilogia dell'autore, e
altre perle decisamente fuori orario per le connotazioni e i topoi
personali del regista, è disturbante, perfettamente negli intenti e
nella prassi del regista, un cinema in grado di essere identificato
dai movimenti di camera, dalla compostezza delle immagini e da altri
importanti tasselli cari all'autore, i quali, soprattutto in questo
film e in alcune scene, mi hanno fatto pensare ad uno dei padri
assoluti del genere come Haneke.
Nel nuovo teatro dell'assurdo ellenico,
l'elaborazione del lutto e il tentativo di colmare un vuoto, fanno
emergere tutte le fragilità di questo grottesco schema corale.
Un film ancora una volta potente e
malato ma reale e per questo così perfettamente in linea con alcuni
valori e intenti dei personaggi, da lasciare basiti a bocca aperta,
affascinati e sconcertati.
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