Titolo: We are monster
Regia: Anthony Petrou
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Il film racconta la storia di Robert
Stewart, un giovane delinquente che è stato messo nella stessa cella
come Zahid Mubarek. Sei settimane più tardi Stewart assassina
Mubarak.
Stewart è stato un razzista e un noto
delinquente violento prima ancora di arrivare nella prigione, e
Mubarak era un adolescente asiatico britannico imprigionato per aver
rubato poca roba.
Il film descrive i fatti poco prima
della morte di Mubarak
Leeshon Alexander si può definire la
vera star del film.
Una performance insolita e attenta la
sua, meticolosa quanto soprendentemente inquietante.
Forse determinata dalla sua importanza
nell'aver preso parte attiva al progetto, oltre al fatto di essere
prima di tutto uno scrittore e poi un attore.
Un film dai toni particolarmente
teatrali, con poche e significative location, limitate inquadrature e
una minimalità nel concentrare tutto in pochi passaggi fondamentali.
E'un film di sguardi, di dialoghi,
senza quasi mai mostrare la violenza ma facendola percepire dal suo
protagonista e dai suoi agiti aggressivi, il suo deterioramento nella
prigione e le sue analisi di come si possa arrivare ad essere dei
mostri, un individuo che per certi versi si interroga come il Danny
di THE BELIEVER.
Un film di campi e controcampi in cui
la schizzofrenia di Robert lo porta spesso a confrontarsi con
l'altra metà di se stesso, decisamente più autoritaria e psicotica.
Anche se a tratti monotono e con
evidenti lacune legate al ritmo e alla messa in scena, il film di
Petrou è comunque abbastanza originale, tratta il tema in modo
diverso rispetto a lle tematiche con cui si affronta il genere e pone
alcuni quesiti interessanti sulle ragioni che portano un ragazzo a
dare sfogo e a cercare di motivare la sua xenofobia.
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