lunedì 29 giugno 2015

Musaranas

Titolo: Musaranas
Regia: Juanfer Andrés, Esteban Roel
Anno: 2014
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Montse, abusata da ragazzina dal padre, si prende cura di sua sorella minore, dopo la scomparsa dell’uomo, partito per la guerra. Montse è afflitta da agorafobia e non riesce a uscire di casa, casa che è diventata il suo mondo e la sua gabbia. Un giorno, un vicino di casa cade dalle scale e le chiede aiuto. Montse lo porta dentro e lo nasconde a tutti.

Musaranas è la conferma di come un ottimo thriller possa con pochi mezzi ma tante idee e talento diventare una sopresa che forse non ci si aspettava.
Una piccola casa come location e tre attori. Punto.
Certo grazie al talento micidiale di Macarena Gomez, che sembra un'Annie gracilina quanto letale, la quale caratterizza e fa sua un personaggio indimenticabile come quello di Montse, quasi tutti i meriti son da addossare a lei.
La narrazione, l'intreccio degli eventi e la struttura non sono mai banali, fatta eccezione, in alcune scene di sangue, in cui forse calcano un po la mano, superando quei toni grotteschi e drammatici di cui la pellicola è intrisa.
Senza parlare della coppia di registi di cui si tratta del film d'esordio, Juanfer Andrés ed Esteban Roel, due autori spagnoli con a curriculum un paio di cortometraggi ciascuno e un decennio di carriera da attore televisivo per il secondo.
Musaranas, altri titoli non si possono usare per quanto è affascinante questa parola, è un racconto dark, terrificante e sfrenato che si svolge in interni e con pochi personaggi presentato da un beniamino come Alex De la Iglesia e che da, ancora una volta, una svolta al cinema spagnolo sempre più competitivo, coraggioso e importante.
In più sono molti i temi e i contesti che la pellicola ci racconta anche se in questo caso c'è una delle analisi più interessanti sull'agorafobia e la gelosia nonchè diatriba tra due sorelle.
Sono tutti elementi che fanno parte di una bomba ad orologeria che batte fino a che Montse non varcherà una soglia metaforica che la tiene intrappolata in una deriva spaventosa.

Ancora una volta la religione (la scena iniziale è catartica) si sposa con il sinistro, dando forma ad una chicca di immenso valore, e non è un caso che sia piaciuta così tanto all'autore di EL DIA DE LA BESTIA.

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