Titolo: Musaranas
Regia: Juanfer Andrés, Esteban Roel
Anno: 2014
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5
Montse, abusata da ragazzina dal padre,
si prende cura di sua sorella minore, dopo la scomparsa dell’uomo,
partito per la guerra. Montse è afflitta da agorafobia e non riesce
a uscire di casa, casa che è diventata il suo mondo e la sua gabbia.
Un giorno, un vicino di casa cade dalle scale e le chiede aiuto.
Montse lo porta dentro e lo nasconde a tutti.
Musaranas è la conferma di come un
ottimo thriller possa con pochi mezzi ma tante idee e talento
diventare una sopresa che forse non ci si aspettava.
Una piccola casa come location e tre
attori. Punto.
Certo grazie al talento micidiale di
Macarena Gomez, che sembra un'Annie gracilina quanto letale, la quale
caratterizza e fa sua un personaggio indimenticabile come quello di
Montse, quasi tutti i meriti son da addossare a lei.
La narrazione, l'intreccio degli eventi
e la struttura non sono mai banali, fatta eccezione, in alcune scene
di sangue, in cui forse calcano un po la mano, superando quei toni
grotteschi e drammatici di cui la pellicola è intrisa.
Senza parlare della coppia di registi
di cui si tratta del film d'esordio, Juanfer Andrés ed Esteban Roel,
due autori spagnoli con a curriculum un paio di cortometraggi
ciascuno e un decennio di carriera da attore televisivo per il
secondo.
Musaranas, altri titoli non si possono
usare per quanto è affascinante questa parola, è un racconto dark,
terrificante e sfrenato che si svolge in interni e con pochi
personaggi presentato da un beniamino come Alex De la Iglesia e che
da, ancora una volta, una svolta al cinema spagnolo sempre più
competitivo, coraggioso e importante.
In più sono molti i temi e i contesti
che la pellicola ci racconta anche se in questo caso c'è una delle
analisi più interessanti sull'agorafobia e la gelosia nonchè
diatriba tra due sorelle.
Sono tutti elementi che fanno parte di
una bomba ad orologeria che batte fino a che Montse non varcherà una
soglia metaforica che la tiene intrappolata in una deriva spaventosa.
Ancora una volta la religione (la scena
iniziale è catartica) si sposa con il sinistro, dando forma ad una
chicca di immenso valore, e non è un caso che sia piaciuta così
tanto all'autore di EL DIA DE LA BESTIA.
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