Titolo: Watchtower
Regia: Pelin Esmer
Anno: 2012
Paese: Turchia
Giudizio: 3/5
Un uomo e una donna cercano rifugio dal mondo
circostante: Nihal, perseguitato dal senso di colpa per la morte della sua
famiglia, accetta il lavoro di guardia ai fuochi in una remota torre nel
deserto mentre Seher vive reclusa nella sua stanza all'interno di una stazione
per gli autobus per sfuggire ad un oscuro e terribile segreto. Quando le loro
vite si incrociano e Nihal subisce il fascino di Seher, si ritrovano a dover
fare i conti con le proprie coscienze.
Ognuno di noi sembra portarsi addosso dei
fardelli gravosi. E’quando questi fardelli vengono scoperti da altri come noi
che però non conosciamo, allora ci si può trovare in situazioni molto delicate.
Watchtower è un film intenso con due grosse
macro-storie da raccontare e una messa in scena molto scarna che punta tutto
sulle coordinate geografiche, con cui i due protagonisti in ruoli e compiti
diversi, devono continuamente dire dove sono e dove si trovano ( in un paese
che sorveglia)
Un film che mette in sintonia due realtà
completamente differenti che punta su due loser e che infine non accenna mai a
dare una svolta decisiva.
Alcune scelte forse per problemi di budget
mostrano tutti i loro limiti (la scena in cui si spezza un ramo durante la fuga
di Seher nel bosco) ma giusto per intenderci a livello narrativo sembra che ci
sia stata una certa frettolosità nel liquidare il momento chiave della svolta, o
forse invece metterlo quasi da parte, come qualcosa che rimanda ancora di più
ad un fardello che non si voleva.
Il film di Esmer sembra sancire il bisogno di
farsi forza a vicenda e credere nello spirito sociale e nell’empatia delle
persone per cui dopo aver preferito a malincuore la compagnia alla solitudine,
la coppia inizierà una convivenza difficile che permetterà ad entrambi di
affrontare il loro tormento interiore, mai semplice e difficilmente
comprensibile per ognuno di loro.
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