Titolo: Dog
Pound
Regia: Kim
Chapiron
Anno: 2010
Paese: Francia
Giudizio: 2/5
Davis, 16 anni, traffico di stupefacenti. Angel, 15 anni,
furto d'auto con scasso. Butch, 17 anni, aggressione a pubblico ufficiale. Una
stessa sentenza : la prigione minorile di Enola Vale. Giunti nel centro di
detenzione dovranno scegliere da che parte stare: vittime o carnefici?
Con una brevissima descrizione dei personaggi, Chapiron ci
porta subito all’interno del canile ovvero una sorta di riformatorio canadese
dove ognuno deve cercare di salvare la propria pellaccia ma alla fine dovrà
vedersela con il male maggiore rappresentato dalle istituzioni e dalla
direzione generale.
Un film senza infamia ne gloria, una film piacevole e
nemmeno troppo violento, al contempo non si po’ parlare di un film riuscito
perché sono troppe le ingenuità e gli stereotipi adottati e sfruttati al
regista che aveva fatto molto meglio con l’inquietante SHEITAN tutto addossato
sulle spalle del buon Cassel.
Sui prison-movie sono altri i titoli da ricordare e lasciano
basiti le parole del regista quando spiega le ragioni per cui interessarsi di
una tale vicenda e che per tentare di portare ancora più pathos e drammaticità,
crea un finale d’effetto davvero triste e inflazionato.
"Dog Pound vuole lanciare un messaggio:
rinchiudere i giovani in carcere non è la soluzione giusta. Questo film è uno
specchio che porgo per mostrare quanto questo processo sia sbagliato. Mischiare
quelli che possono ancora salvarsi con persone che hanno conosciuto una realtà
spaventosa è una negazione della civiltà". Grazie Chapiron per averci
illuminato con la tua saggezza…
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