Titolo: Rio 2096-Una storia di amore e di furia
Regia: Luiz Bolognesi
Anno: 2013
Paese: Brasile
Giudizio: 3/5
Seicento anni fa "Brasile" era solo il nome di un albero e il territorio su cui oggi sorge Rio era popolato dagli indios Tupinambas. Un uomo tra loro, profondamente innamorato, venne prescelto dal destino e dagli dei per condurre il suo popolo "alle terre libere dal male". Dal tramonto del 1500 fino al 2096, passando dalla guerra tra francesi e portoghesi, dai campi di cotone degli schiavi, dalla dittatura militare del '68 fino alla guerra per l'acqua del prossimo futuro, quell'uomo ha obbedito alla sua missione di combattente contro l'avanzata inarrestabile del buio e dell'odio, armato solo dell'amore per Janaìna e della vocazione a non arrendersi mai.
L'animazione spesso ha il merito di sintetizzare e concettualizzare dove spesso è volentieri la fiction non riesce. In particolar modo poi è utile come genere per contrapporre miti e leggende, trasformazioni e cambiamenti radicali.
Bolognesi, il quale ha collaborato come sceneggiatore per diversi lavori prima dell'ultimo film di Bechis, crea una sorta di Avatar storico d'animazione, in cui l'obbiettivo sul traguardo storico non era certo facile, trovando la costante nella città di Rio, vera capitale di una lotta esistenziale tra amore e potere.
Senza disporre di un budget sorprendente come capita per le produzioni Usa o Nipponiche, strizza più l'occhio all'animazione italiana, distante anni luce dalle sorprendenti scoperte nella c.g che hanno portato negli ultimi anni, alla creazione di alcuni "live action" straordinari.
Piace e forse in alcuni passaggi, anche se un po troppo didascalico e melanconico, potrà far commuovere qualche anima sensibile.
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