Titolo: Rocket
Regia: Kim Mordaunt
Anno: 2013
Paese: Laos
Giudizio: 3/5
Ahlo è un bimbo di dieci anni del Laos che, secondo tutti, porta sfortuna ed è responsabile di molti disastri. Quando i suoi genitori perdono la casa e sono costretti a trasferirsi altrove, Ahlo incontra Kia, un'orfana di nove anni, e suo zio Purple, un ex soldato vestito di viola con un'insana passione per il vino di riso e James Brown. Cercando di conquistarsi la fiducia del padre, Ahlo guida la famiglia, Kia e Purple attraverso il paese devastato dalla guerra alla ricerca di una nuova abitazione. La cattiva sorte continua però a perseguitarlo e, per dimostrare di non essere maledetto, Ahlo tenta un'ultima carta: costruire un gigantesco razzo esplosivo per partecipare al Rocket Festival, il concorso più redditizio ma pericoloso dell'anno.
The Rocket è un film girato da un regista australiano nei territori del Laos.
La storia tratta svariati temi tra i quali il riscatto, visto sotto gli occhi di un bambino che sfida addirittura le regole della comunità d'appartenenza, assimilando dentro di sè tabu e timori.
Un film sicuramente reso interessante dalle notevoli e intense interpretazioni, dalla fotografia e dalle location che ci riportano ad uno stato di natura che scompare sempre di più dall'immaginario collettivo occidentale.
A suo modo il protagonista e la famiglia, mostrano sempre una povertà e una rassegnazione legata spesso al semplice fatto di dover accettare le spietate regole di aziende locali e spietate logiche di mercato volte a impoverire ancora di più e ha mettere assieme contro la propria volontà tribù diverse.
Il fatto che il film tratti temi come il coraggio, la lotta contro la rassegnazione, la voglia di vincere e in generale la lotta per la vita, si sposa perfettamente con l'incipit antropologico su cui si dirama la storia e la paura di alcuni personaggi principali.
La nonna e Purple sono due mentori che a loro modo insegnano importanti e inquietanti regole di vita ad Ashlo e il legame con Kia, la quale porta sulle proprie spalle un peso ancora maggiore del suo, è sviluppato in modo molto delicato e maturo.
Un film sicuramente non perfetto, un mezzo dramma e mezzo ciming of age, con una sceneggiatura che alle volte strizza l'occhio al colpo di scena e a un finale un pò telefonato, però gli elementi positivi e la forza di Ashlo rimangono gli aspetti più interessanti e originali di questo viaggio dell'eroe nei villaggi sperduti e desolati del Laos, uniti sopratutto ad un fattore in questi casi spesso decisivo, legato al fatto di non avere grossi buchi di sceneggiatura.
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