Titolo: Nightcrawler-Lo Sciacallo
Regia: Dan Gilroy
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Louis è un ladro di materiali edili quando lo incontriamo, non è chiaro cosa abbia fatto prima ma ora ruba rame, ferro e simili per rivenderli sottoprezzo ai cantieri con un obiettivo più grande: trovare un vero lavoro in una congiuntura economica non facile. Tuttavia nessuno assume un ladro. Un giorno è testimone di un incidente stradale e vede una troupe televisiva accorsa per riprendere l'accaduto, capisce che è un vero lavoro e uno che paga ma nemmeno in questo caso trova qualcuno pronto ad assumerlo così pensa di poter fare da sè e con i propri metodi (il furto) ruba il necessario per comprare un'attrezzatura di base e iniziare a girare le strade di Los Angeles in cerca di incidenti, furti e cronaca dura da rivendere ad un'emittente locale con pochi scrupoli. Quando il business si fa più serio aumenta anche la sua abilità ma non il suo senso del limite e dell'etica verso le vittime.
Diciamo che se lo Sciacallo se ne stava buono come nel primo atto, forse il più convincente del film, e se Gilroy non si fosse fatto prendere la mano, si poteva intravedere una bella prova e un buon thriller che allo stesso tempo potesse rivelarsi una critica importante e strutturata verso l'universo dei mass-media e del business.
Quindi filmare un cadavere al di là dei freni inibitori morali, non andrebbe fatto, ma se vende e diventa business, allora sì, e strano ma vero, diventi pure qualcuno.
Il sogno americano può svilupparsi e diramarsi su diverse piste come insegna il piccolo ladro sociopatico Louis, disposto a tutto, pur di vendere i suoi servizi ad un noto canale televisivo.
Il problema del film di Gilroy è quello di svelare già subito tutti quelli che dovrebbero, ma che poi non sono, i colpi di scena del film, disegnando una trama scontatissima e che proprio nel suo bisogno di prendersi troppo sul serio, finisce per diventare un'accozzaglia di strade già tutte imboccate precedentemente da svariati altri registi e interpreti.
Ed è un peccato perchè al di là del personaggio scritto su misura per Gyllenhaal e della sua performance solo a tratti esagerata, e con una maschera di trucco pesante per accentuarne occhiaie e sguardo ipnotico, Nightcrawler vuole dire e spiegare tante cose, tentando allo stesso tempo di insegnarci qualcosa ed è proprio questa libertà che diventa un arma a doppio taglio del regista.
Dimostrando infine come nel caso di Louis, come sia davvero l'uomo a creare il proprio destino, a manipolare le situazioni e le conoscenze in modo che queste diventino il percorso verso il successo, in un paese dove poi è tutto ancora più enfatizzato.
Un modo di agire sicuramente molto utile in un periodo storico come questo, dove tutto sembra irraggiungibile, o raggiungibile troppo in fretta, e le certezze non fanno altro che rivelarsi dei tranelli.
Louis di nuovo è l'incarnazione di una giovane generazione alienata, con davanti a sé un futuro in cui gli stage e il salario minino hanno rimpiazzato la promessa di un lavoro a tempo pieno e di una carriera. Non è rimasto più nulla, a meno che non siamo noi stessi a crearlo e, anche in questo caso, bisogna adeguarsi alle richieste del mondo esterno e modellarsi su di esse, divenendo piccoli imprenditori di se stessi e di tutti quelli che ci stanno attorno, buoni solo come cameraman e quindi come merce.
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