Titolo: Mad Max-Interceptor
Regia: George Miller
Anno: 1979
Paese: Australia
Giudizio: 4/5
Australia. In un futuro non troppo lontano, la società com'è oggi conosciuta non esiste più. Le strade sono in balìa di criminali psicopatici che guerreggiano contro gli ormai pochi tutori dell'ordine rimasti. Il loro leader muore in uno scontro automobilistico durante un inseguimento da parte dell'agente scelto Max Rockatansky, punta di diamante a Imperia W della Main Force Patrol. Max si ritrova ora nel centro del mirino di questi pirati della strada assetati di vendetta, che presto gli uccidono il collega, la moglie e il figlio. Da questo momento pianifica la sua vendetta in attesa di trasferimento, e a bordo della più potente auto della Main Force Patrol, la V8 Interceptor Ford Falcon XB GT Coupé, parte alla ricerca degli assassini, uccidendoli uno dopo l'altro.
Interceptor, ovvero il primo capitolo della saga di Miller, più che per il soggetto, un comune revenge-movie, và tenuto in considerazione per l'ambientazione che di fatto lo classifica come uno degli iniziatori della fantascienza post-apocalittica, soprattutto per le creazioni e lo scenario visionario, che contamina fantascienza catastrofica, film di motociclette, violenza punk, e gusto dell'eccesso unito ad una fervida immaginazione.
Mad Max è il tipico esempio di film low-budget, realizzato con circa 300 mila dollari australiani, tanto da essere considerato un film di serie-b, per raggiungere in poco tempo il record d'incassi mondiale (oltre 100 milioni di dollari) entrando nel Guinness dei primati per il film a basso costo che ottenne i migliori incassi e fu superato solo nel 1999 da THE BLAIR WITCH PROJECT.
Negli annali del cinema australiano, Mad Max è tuttora il film di maggior successo di sempre, fatto che lo ha trasformato in elemento culturale, tanto che in Australia è celebrato addirittura con ritrovi, feste e parate, nonché innumerevoli tributi che ricordano Mad Max nell'immaginario collettivo australiano.
In Mad Max è proprio il livello di violenza ha creare quell'aura di cult, dal momento che la distribuzione è stata complicatissima, e tutta la fase di gestazione legata alla censura è durata anni.
Nel film l'umorismo non esiste di fatto, la violenza è meno comico-calibrata ed è ancora più selvaggia nei toni e in una messa in scena atipica per l'anno di uscita.
Se pensiamo poi alla scena in cui viene bruciato vivo un poliziotto, schiacciato dalla sua moto da parte di alcuni componenti di una banda di criminali, allora è facile comprendere la natura della sua complicata uscita e soprattutto un futuro iper-violento su cui Miller non ha accettato compromessi.
Un film diventato presto un cult per la V8 Interceptor che ha iniziato il culto delle macchine particolari, così come per l'ambientazione e l'atmosfera anch'essi presi in prestito e modellati a proprio piacimento da un universo cinematografico, di fumetti, gadget e quant'altro.
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