Titolo: Mad Max-Fury Road(1981)
Regia: George Miller
Anno: 1981
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Mad Max, l’intrepido guerriero di “Interceptor” è di nuovo sulla strada. Nell’aspro deserto, reso ancora più inospitale dalla natura contaminata dal disastro atomico, si gioca la partita mortale della vita e della morte. L’unica moneta corrente è il petrolio, oramai agli sgoccioli: Mad Max scova un deposito del prezioso liquido assediato dalla tribù dei feroci Umungus, e ingaggia con questi una durissima battaglia…
“In futuro, le città diventeranno deserti, le strade diventeranno campi di battaglia e la speranza del genere umano sarà nelle mani di un misterioso straniero.”
Nei due capitoli successivi, questo e Oltre la sfera del tuono, il plot narrativo si concentra più sulla storia, sulla coralità dello schema, per mostrare proprio quell'idea di società, in un'era che riporta quasi ad un medioevo barbaro e che impone che sia l'intelligenza più che la forza bruta a farla da padrone (ancora meglio un'unione delle parti).
Da questo punto di vista il percorso e la redenzione di Max, lo portano a scontrarsi prima di tutto con se stesso e infine a cercare di capire dove schierarsi, contando che per quanto cerchi di rendersi individualista, non può mettere a tacere la propria sensibilità di fronte ai soprusi e soprattutto a ribadire che l'essere umano è soprattutto un'animale sociale.
L'anima nera di Max, ossia quel lato contraddittorio che aveva spinto il protagonista a compiere la carneficina del primo film, nel secondo si mostra più come una totale indifferenza nei confronti dei concetti di bene e male, giusto e sbagliato, dato che il personaggio aiuta effettivamente i buoni, ma solo per trarne profitto.
Allo stesso tempo l'atmosfera e i dialoghi del film mostrano un'apertura, assolutamente impossibile nel primo capitolo, ad un certo tipo di umorismo e anche la violenza assume più una connotazione stravagante e molto incentrata sulla spettacolarità (la storia degli stunt-man e tutti gli incidenti successi meriterebbe due o tre righe...)
Il sangue nero della terra, così Carpenter definiva il petrolio, è l'obbiettivo di quasi tutti i personaggi del film, obbiettivo che dunque sposta l'azione su frenetici e spettacolari inseguimenti che di fatto lo pongono come pietra miliare ancora in grado di influenzare tutti gli inseguimenti automobilistici nel giro di trent'anni e un mastodontico scontro tra due diversi tipi di civiltà e una contro-corrente guerra tra poveri e disperati.
Ancora una volta Miller disegna uno scenario apocalittico in cui i deboli muoiono o diventano schiavi, ritornando in un nuovo medioevo in cui predomina la legge dei più forti.
Ancora una volta i personaggi sono stati pensati, dipinti, partoriti da un estro e da qualche mente folle che ne hanno curato ancora di più gli eccessi e le caricature.
Senza di nuovo stare a dire quanto la fantascienza sia in debito con questo film e quanto anche il genere western sviluppi delle analogie quasi a cavallo con scenari e ambientazioni, rimane l'elemento più interessante che Miller scorgeva nella saga, ovvero che ci vorrebbe davvero poco perchè la stessa umanità possa fare la fine dei protagonisti di questo film.
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