Titolo: Lego Movie
Regia: Phil Lord,Christopher Miller
Anno: 2014
Paese: Usa/Australia
Giudizio: 3/5
Finalmente arrivano sul grande schermo gli omini Lego, uno dei brand più conosciuti al mondo. L’omino Lego, Emmet, è un cittadino comune che viene erroneamente identificato come il più grande capomastro esistente e viene arruolato da sconosciuti in un’epica avventura per contrastare il piano del demoniaco tiranno di incollare tutto l’universo. Un’impresa divertente ma senza speranza, per la quale Emmet è del tutto impreparato.La storia, interamente in animazione 3D segue Emmet, una comune, onesta minifigura LEGO che viene erroneamente identificata come la persona più straordinaria di sempre e la chiave per la salvezza del mondo. Si ritroverà a guidare una compagnia di estranei in una missione epica per fermare un tiranno malvagio, un viaggio per cui Emmet è disperatamente e buffamente impreparato.
Questa coppia di giovani registi americani è destinata a far parlare di sè.
Al di là di 22 JUMP STREET e sequel che poco aggiungono ad un genere commerciale molto in voga, è proprio con l'animazione digitale iper-moderna, e con un ritmo e un'azione davvero iperattiva e in continua trasformazione che i due giovani filmakers dopo PIOVONO POLPETTE continuano la loro idea di cinema in cui il ritmo predomina sul soggetto.
Lego Movie può sembrare quel divertissement, che sottolinea dove si è giunti e quali traguardi ha raggiunto l'animazione digitale sotto quasi tutti gli aspetti e target ormai di ogni tipo che sembrano accontentare tutti i pubblici.
Nel primo lungo dedicato al brand più famoso del mondo, sì è poi aggiunto nel giro di poco, un altro lungo sulle gesta del paladino della Dc, in realtà era uscito prima, e che conferma, anche se con un budget meno ambizioso, la perfetta sintonia con cui questa nuova tecnica d'animazione può sposarsi a ogni tipo di genere e personaggi.
Con una libertà di scrittura completa e totale, si parte dal tipico viaggio dell'eroe con tutte le connotazioni fantasy, citazioni come non mai, personaggi presi da ogni universo creativo e soprattutto tanta, tanta avventura, che non sembra abbassare mai il tono, ma anzi ingigantendolo e sfruttandolo per il proprio scopo.
Allo stesso tempo però il limite o forse il prezzo da pagare dei due registi è di aver ingranato così tanto la marcia da creare allo stesso tempo un film stilisticamente impeccabile ma in grado di comunicare poco, con dei personaggi caricati al massimo e forse allo stesso tempo così esasperati e iperattivi da dimenticarli dopo pochi minuti.
E nella parte con Ferrel che il film comunque cerca di elaboare il suo concetto più forte, nella realtà come nela fantasia, spiegando la sua morale sul concetto di conformità e quindi contro la creatività, per cui seguendo le istruzioni sulla scatola potrai creare quello che la scatola ti suggerisce, ma è proprio mischiando i pezzi e immaginare altre forme, che si ottengono, spesso e volentieri, i risultati più interessanti
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