Titolo: Città ideale
Regia: Luigi Lo Cascio
Anno: 2012
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Michele Grassadonia è un ecologista sensibile e integralista. Architetto palermitano, ha lasciato la Sicilia per la Toscana, dove abita quella che lui considera la città ideale, Siena. Inviso ai colleghi, vive solo in un appartamento spartano, dove sperimenta energie alternative. Una sera di pioggia tampona un'ombra e finisce contro un'automobile parcheggiata. Qualche chilometro dopo rinviene il corpo di un uomo riverso sull'asfalto. Chiamati i soccorsi, viene interrogato dalla polizia stradale sull'accaduto. La macchina ammaccata e alcune sfortunate circostanze, convincono gli agenti della colpevolezza del Grassadonia, che da soccorritore diventa indagato. È l'inizio di un'avventura paradossale e di una ricerca angosciata della verità.
Un film particolarmente intellettuale e sobrio senza mai sbavature esagerate o fuori luogo, proprio questa poteva essere una scelta prevedibile per la prima regia del misurato Lo Cascio.
Con strizzate d'occhio al gran maestro Fellini, in particolare LA VOCE DELLA LUNA, la Città ideale è quel film italiano che se non altro, non ti aspetti al di là della sua altalenante riuscita.
Il soggetto ha parecchie intuizioni e l'enorme lavoro dell'attore a teatro e la conoscenza di svariate testi, qui Kafka in primis, è sicuramente uno dei contributi di maggior rilievo del film, contando quanto poco questa insolita scelta venga avallata dal nostro cinema.
Il titolo è importante per scommettere sulle costanti su cui il film sembra indirizzarsi.
Purtroppo senza la forma e il ritmo dei padri che lo hanno ispirato, Rosi e Sciascia, e pur non essendo un dramma del tutto riuscito, la prima opera dell'attore siciliano ha comunque il pregio di essere curioso nelle sue diramazioni e se non altro coinvolgente.
Nessun commento:
Posta un commento