Titolo: Master
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Freddy Quell è un soldato uscito dalla Seconda Guerra Mondiale con il sistema nervoso a pezzi. A poco servono le cure che l'esercito gli offre, se non a rendere esplicita un'ossessione per il sesso. A ciò si aggiunge un forte interesse per l'alcol che si traduce in misture che lui stesso si prepara e che offre agli altri con esiti non sempre positivi. Finché un giorno, in modo del tutto casuale, Freddie incontra Lancaster Dodd. Costui ha inventato un metodo di introspezione che sperimenta sul disturbato Marine, il quale sembra trarne giovamento. Da quel momento ha inizio un sodalizio che li vedrà percorrere insieme un lungo tratto di strada. Anche se il loro viaggio finirà con l'offrire loro esiti assolutamente diversi.
The Master è un film atipico e complesso che narra di uno strano rapporto tra persone con comportamenti devianti e che continua un personale discorso del regista sul tema della solitudine.
Forte di due protagonisti in ottima forma, Anderson si ispira solo in parte al fondatore di Scientology e l'autore di Dianetics, Hubbard, cercando ancora una volta di sottolineare la sua enorme e singolare personalità.
Sicuramente è il meno accessibile dei suoi film e riconferma pregi e difetti, premi e punizioni per alcuni errori nello script e alcuni dialoghi che perdono di consistenza.
Eppure il fascino in cui Anderson ci trasporta è lento, quasi soporifero, ma mai inconsistente, tanto da regalare alcune scene davvero toccanti e dotata di una strana lente, in grado di riflettere alcuni sentimenti ed emozioni che solo una coppia affiatata come Freddy e Lancaster riesce a trasmettere.
Una storia d'amore e d'amicizia tra due casi clinici che si insegue e fugge via un pò come il giudizio finale di un film che alle volte decolla, mentre il più delle volte viene da chiedersi quando la storia decide finalmente di inziare un unico discorso logico coerente.
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