Titolo: Raid 2
Regia: Gareth Evans
Anno: 2013
Paese: Indonesia
Giudizio: 3/5
Dopo aver sgominato una gang e aver attirato le attenzioni della mala indonesiana, Rama è costretto a cambiare identità: dovrà trascorrere un periodo in carcere per infiltrarsi nell'organizzazione di Bangun e dell'ambizioso figlio Uco e rompere la ragnatela di corruzione estesa come un virus in tutta Djakarta.
Come ogni film d'azione che si rispetti, Raid 2 riprende da dove era terminato e Rama si trova di nuovo in una situazione di merda da cui non ci sono grosse speranze di uscita soprattutto se le famiglie sono due e i nemici si moltiplicano come i numeri mancanti di un livello di sudoku.
Ora però vogliamo parlare di questi 148', in cui il film si concentra, e non risparmia nulla circa i dialoghi e tutti i passaggi rituali tra famiglie mafiose alle volte estenuanti o con dialoghi ridondanti che sembrano inseriti per prendere tempo.
Purtroppo se da un lato lo stile, lo sfarzo e le perfette ambientazioni danno ancora più realisticità e stupore alle scene, si rimane davvero troppo tempo intrappolati in dialoghi che spesso e volentieri si ripetono o appaiono davvero banali nella loro scarsa importanza.
Raid è un film da ricordare per il ritmo, i combattimenti e la quasi assenza di controfigure.
Il regista gallese emigrato in Indonesia avanza per addizione senza mai sottrarre, le sequenze di lotta cercano ambientazioni nuove (il carcere, la metro, la macchina) in vista di uno showdown finale davvero esplosivo e di una violenza senza limiti e censura.
Raid a differenza dei film di genere americani assieme ai suoi contemporanei, verrà ricordato ora più che mai per alcuni traguardi in stile action e per aver dato vita ad un dramma stilizzato iperviolento come non c'è ne vengono in mente altri.
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