Regia: Justin Benson
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Chris è un tossicodipendente caduto in un infernale giro di droga. Mike, suo buon amico, vorrebbe aiutarlo a tirarsene fuori una volta per tutte, così si reca nel luogo in cui si è rifugiato, una baita isolata dove cominciano a verificarsi una serie di eventi misteriosi e inspiegabili.
Finanziato dai risparmi personali del duo al comando, reduci da un’esperienza decennale tra videoclip, spot e il loro fatale incontro alla Scott Free Production, il film di Benson è girato in assoluto contenimento di mezzi e temi riuscendo, tramite la formula dei festival, a visitare mezzo pianeta.
Resolution come in forme nuove e diverse in questi anni, si colloca all’interno di un panorama orrorifico che pian piano sta cercando di liberarsi dagli eccessi e dalle superfici, probabilmente aderendo alla formula più ovvia, ovvero che il male è sempre attorno a noi e soprattutto l'animo umano da sempre è il protagonista di questo declino.
Partendo da una semina non proprio scoppiettante, Resolution si risolleva aggiungendo elementi congeniali ma anche abusati al genere come dal cimitero indiano, leggende e video dai contenuti misteriosi su ricerche condotte da alcuni studenti francesi in quelle aree e ovviamente tutti impazziti. Se lo stile non è sempre all'altezza (camera a mano, luce naturale, dialoghi quasi improvvisati, zero post-produzione sull’audio per accrescere il naturalismo) e i limiti sono dietro l'angolo, Resolution dalla sua ha comunque un'atmosfera suggestiva e anomala che riesce in alcuni punti a trasmettere qualcosa che di questi tempi non si vede spesso.
Peccato un pò per il finale, che come in tanti film indie come questo, cerca di sorprendere a tutti i costi, anche se proprio nell'ultimo passaggio la scelta dei due protagonisti sembra davvero assurda e forse esagerata.
Resolution come in forme nuove e diverse in questi anni, si colloca all’interno di un panorama orrorifico che pian piano sta cercando di liberarsi dagli eccessi e dalle superfici, probabilmente aderendo alla formula più ovvia, ovvero che il male è sempre attorno a noi e soprattutto l'animo umano da sempre è il protagonista di questo declino.
Partendo da una semina non proprio scoppiettante, Resolution si risolleva aggiungendo elementi congeniali ma anche abusati al genere come dal cimitero indiano, leggende e video dai contenuti misteriosi su ricerche condotte da alcuni studenti francesi in quelle aree e ovviamente tutti impazziti. Se lo stile non è sempre all'altezza (camera a mano, luce naturale, dialoghi quasi improvvisati, zero post-produzione sull’audio per accrescere il naturalismo) e i limiti sono dietro l'angolo, Resolution dalla sua ha comunque un'atmosfera suggestiva e anomala che riesce in alcuni punti a trasmettere qualcosa che di questi tempi non si vede spesso.
Peccato un pò per il finale, che come in tanti film indie come questo, cerca di sorprendere a tutti i costi, anche se proprio nell'ultimo passaggio la scelta dei due protagonisti sembra davvero assurda e forse esagerata.
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