Titolo: Prossima fermata-Fruitvale Station
Regia: Ryan Coogler
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
La notte del Capodanno del 2009, mentre con la fidanzata e gli amici sta rientrando verso casa, Oscar Grant, 22 anni, viene prelevato dalla polizia della stazione della metropolitana di Fruitvale, San Francisco, e perforato al polmone dal proiettile di un poliziotto che ha perso la testa.
Coogler ha filmato l'ultimo giorno di vita di Oscar descrivendo la sua routine quotidiana senza virtosismi tecnici o furbate narrative. Dall'intenso rapporto con la madre, alla difficoltà come padre a gestire una famiglia e un rapporto con una compagna che non si fida di lui e una figlia, infine il problema del lavoro fino al suo tentativo di cercare di mettere la testa a posto.
Il problema della struttura dell'opera prima di Coogler, innanzitutto è quello di mostrare fin da subito, l'esito e il climax finale della storia.
In secondo luogo cerca di restituire un ragazzo alla vita perché l'ingiustizia, riguardo alla sua morte, appaia, se possibile, con maggior evidenza, descrivendolo quindi attraverso la comunicazione
mediatica. Cerca quindi di riuscire nell'intento di denuncia, obbiettivo che non c'entra pienamente (dal momento che già si sà l'esito) e soprattutto che un video di un cellulare, può fare fino ad un certo punto, soprattutto quando punti il dito sulle istituzioni e ancora più in particolare sulle forze dell'ordine.
Per tutto il resto Fruitvale è la fermata che non vorremmo mai leggere perchè sappiamo che sarà sinonimo di morte, eppure vediamo e scopriamo senza inutili compiacimenti, senza noti dolenti (l'assenza della musica è quasi totale per fortuna) e il disprezzo e la violenza gratuita della polizia lascia ad ogni spettatore di dare un senso a ciò che sta guardando.
Le immagini parlano da sole.
E' comunque un ragazzo di 22 anni che muore per un errore di un poliziotto è un'altra di quelle faccende che non accennano a sparire, anzi.
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