Titolo: Oldboy
Regia: Spike Lee
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Joe Ducett è un pubblicitario alcolizzato e in declino, che una notte viene misteriosamente rapito e rinchiuso in una stanza d'albergo. La prigionia dura vent'anni, durante i quali il malcapitato viene accusato del brutale omicidio della moglie, si racconta alla figlia attraverso centinaia di lettere, cerca nel proprio passato alla ricerca della persona che potrebbe odiarlo a tal punto da aver progettato tutto questo. Uscito dalla stanza, non sfugge però al ricatto del suo rapitore, il quale lo pone di fronte ad un'ultima sfida: la liberazione in cambio della soluzione dell'enigma legato alla sua identità.
Diciamo che ero come tutti perplesso nel cercare di capire il perchè.
Dopo 10 anni dall'originale e dopo i 20 anni passati al chiuso in una stanza, Joe esce in modo piuttosto brutale e poco poetico e senza dubbio meno elegante dell'attore in stato di grazia, un camaleontico Choi Min-sik.
Il regista ritocca il finale senza cercare un inutile confronto con il monolite coreano e la sua trilogia sulla vendetta. Il paragone perfetto sembra quello con IL CATTIVO TENENTE di Ferrara e poi di Herzog. Il perchè lo si intuisce dal budget e dal bisogno americano di rifarsi all'Oriente come valvola di salvezza e dall'altro sancisce che l'unico punto, che sembra interessare a Lee nel film, è quello della tecnologia disponibile e assente o poco diffusa nel 2003 in Corea.
Ecco a partire da questo elemento, il film vacilla e infine crolla malamente a parte, logicamente, qualche interessante intuizione e un piano sequenza divino di combattimento.
Un paragone che ha perso in partenza ma che forse serve solo agli americani per avere il controllo mondiale sulla cinematografia e dimostrare che anche uno come Haneke, per milioni di dollari, può scomodarsi e andare in Usa a fare un remake assolutamente identico del suo film. Solo che lui è un autore e infatti il caso di FUNNY GAMES è l'unica eccezzione che gli americani non hanno saputo dominare.
L'Old Boy di Wook univa violenza, poesia, eleganza e grazia.
L'Old Boy di Lee unisce vane speranza, bisogno di soldi e davvero poco buonsenso.
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