Regia: Francesco Amato
Anno: 2012
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Cosimo è italiano, Nicole francese. Si conoscono a Genova, durante gli scontri del G8. È bastato uno sguardo per innamorarsi e da allora non si sono più lasciati. Da subito la loro è stata una passione irrefrenabile e incontrollata. Cosimo e Nicole sono giovani e vagabondi, la loro casa è l'Europa e la musica la loro più grande passione. Dopo tanto girare, decidono di tornare a Genova dove iniziano a lavorare per un loro amico che organizza concerti. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando un drammatico incidente rischia di incrinare l'amore della coppia ponendo i due ragazzi di fronte a scelte che segneranno il loro futuro. Per sempre. Una storia d'amore moderna e autentica che non vuole scendere a compromessi con una realtà dura e cinica.
Peccato. Francesco Amato, al suo secondo film, cerca con un indie che fa il verso al G8, di provare a fare qualcosa che potrebbe essere buono, ma che in realtà diventa l'ennesimo fallimento in quasi tutte le sue componenti e un duro monito per il nostro vacillante cinema.
Ero molto curioso, se non altro per l'opportunità di vedere un film più sciolto, libero nella narrazione e sperimentale nella scelta dei suoi elementi e nella messa in scena e forse anche slacciato da una certa politica di produzione che incide profondamente nella crisi morale del nostro cinema incapace di comunicare.
Se forse l'unico elemento che si salva è proprio la parte tecnica del film, tutto il resto sembra banalmente improvvisato, elemento che ci potrebbe pure stare se il regista fosse un mezzo genio, caratteristica che non sembra avere, ma che forse pensava di possedere Amato.
Scamarcio quasi ci riesce a fingere di essere un vero attore.
Purtroppo tutto fallisce miseramente, le interpretazioni per quanto limitate nulla possono di fronte ad un film che vuole fare il verso ai francesi, senza riuscirci minimamente, e in cui forse l'unico esagitato che si salva è Sassanelli.
La scena dei Verdena, il climax e l'imbarazzo di lei che diventa violenta e a sua volta l'imbarazzo del francese che cerca di mescolarsi con l'italiano in un risultato molto scarso, e per certi versi assolutamente inutile, è solo una delle tante matasse, in cui il film incappa, e da cui inarrestabilmente non riesce ad uscire diventando ad un certo punto una galleria improbabile di scene su cui non vogliamo stare a soffermarci.
Il peccato è vedere una sorta di road-movie con una struggente storia d'amore e una riflessione sociale che si muove per tutto l'arco del film, che non riesce a vederne la durata negli intenti, rimanendo schiavo di questo gioco di forze.
Amato forse voleva un film che facesse emergere tutti questi elementi, con una regia solida e una bella sorpresa per il nostro cinema, ma purtroppo non è stato così.
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